05/giu/05

Referendum

Ennesimo volo, ormai sto facendo il callo ai voli intercontinentali, quelli che durano più di dieci ore tanto per capirci. Quelli che tra il dire e il fare cìè di mezzo il mare, cioè quelli che tra Roma e Atlanta devi attraversare l'oceano Atlantico e già ti va bene che è piccolo, posso solo provare a immaginare che cosa significa invece attraversare l'oceano Pacifico, ma anche se posso non voglio. Magari in futuro lo farò, partitò alla volta dell'Australia con rientro via stati uniti.

Questa notte, l'ultima in italia per qualche altro mese, ho dormito bene, ma ho riflettuto su un po' di cose. Innanzi tutto, voglio un letto matrimoniale o almeno quello che chiamano queen size nei paesi di lingua inglese. Siccome in casa non ci starebbe nemmeno facendo uno di quegli sforzi di immaginazione che riescono a stiracchiare un pochino i labili confini della realtà, penso che al mio ritorno a casa mi accontenterò di un cuscino nuovo. Già sarebbe qualche cosa. Dicevo, ho riflettuto anche su cose un po' più serie. Pensavo al referensum a cui a breve saremo chiamati a dare risposta, e a cui io non potrò partecipare per cause ben lontane da quelle troppo sbadierate da politici ed ecclesiastici cattolici (non per polemica, sono gli unici a sconfinare nella politica) in Italia.

Perdersi in discussioni su quale sia il punto in cui inizia la vita è sterile: la vita non inizia, si trasforma. Da due cellule vive apopartenenti a due individui si passa senza soluzione di continuità a un agglomerato di cellule sempre vive che in seguito, se tutto va bene, iniziano a trasformare se stesse con dei processi che fanno impallidire ogni tipo di ingegneria genetica. Non è possibile individuare un momento oltre il quale si ha una nuova vita semplicemente perchè non c'è interruzione di quella vecchia ma solo sua mutazione.

Il punto cruciale di tutte le discussioni che ho sentito e a cui ho partecipato è sempre lo stesso: è giusto o meno iinterrompere una vita? E come ho detto prima, un embrione è vita, ma anche un capello è vita: solo che il primo insieme di cellule ha un potenziale a noi ignoto futuro, mentre le cellule di un capello, ben poco. E' giusto interrompere la vita? La risposta a questa domanda è complessa, certa gente pensa di si se questa vita ha commesso certi reati (pena di morte, USA), certa gente pensa di si se questa vita proviene da parti sfigate del globo (Iraq, Afghanistan, bombe intelligenti...), certa gente pensa di no a priori ma poi vota si per gl interventi "pacifisti" armaati, certa gente pensa di no anche se la vita in questione è d'accordo in piena liberà di coscienza (eutanasia). Certa gente attribuisce diversa importanza alla vita in base a diversi livelli di consapevolezza o di maturità o di evoluzione.

Questa confusione nasce dai diversi significati che parole come vita, individuo coscienza, diritti hanno per ognuno di noi. Significati che hanno sfumature dovue alle nostre radici culturali diverse, alla nostra educazione e altri mille fattori.

Io credo che la discussione in questi ermini sia sbagliata. Non è questo il nucleo del referendum che si sta avvicinando. Il problema è un altro e a mio avviso: fino a che misura ha lo stato il diritto di imporre per legge quelle che sono scelte etiche dei cittadini, soprattutto su temi così dipendenti dalle opinioni personali?

E' giusto che lo stato imponga per legge quale deve essere il comportamento etico privato dei cittadini adulti e responsabili? O sono questi che dovrebbero essere considerati sufficentemente adulti da saper prendere le proprie decisioni secondo coscienza? Questa veramente è la domanda a cui andrete a dare una risposta il 12 giugno. Votando no o non andando a votare la risposta è "si, è giusto che lo stato mi imponga come devo comportarmi nel privato della mia coscienza".. Questo è il motivo per cui se io fossi in Italia andreai a votare quattro si. L'etica non si può imporre con la legge, ad esempio l'aborto è realtà da che esiste l'uomo e non si combatte abolendo la legge attuale ma fornendo servizi e educando la gente.

Chiariamoci, sto scrivendo questo solo perchpè sono stufo delle dichiarazioni pro astensionismo che ho sentito in italia. Dichirazioni irresponsabili quando provenienti da esponenti politici e ancora peggio quanto provenienti da fonti ecclesiastiche che non hanno diritto a intromettersi nella politica di uno stato sovrano.