15/mag/05
Torno al caldo
Oggi sono rientrato ad Atlanta dopo il weekend nel freddo nord. Mi ha accolto l'aeroporto internazionale Hartsfield-Jackson di Atlanta. Oggi è stata una giornata "fredda", ma a me dopo due giorni di freddo e piovoso Minnesota mi è sembrato di arrivare in una calda terra tropicale. In effetti, lo è.
Dai resoconti del mio compagno di casa il rompiballe questo weekend ha dato sfogo a se stesso tirando fuori il meglio di sè. Sono veramente felice di essermi staccato anche solo per due giorni dimenticandomi di lui e rilassandomi dallo stress che averlo anche solo a portata di orecchio comporta.
Keegan, l'amico del Minnesota, si è confermato ancora una volta una persona ottima. Abbiamo parlato molto, condiviso opinioni e scambiato impressioni, ragionato sul mondo, sull'america, sull'Italia, sulla vita. Qui la vita adulta inizia molto prima che in Italia, ci si sposa più giovani si inizia a lavorare ben prima. Si va in pensione come noi grosso modo (e poi si continua a lavorare perchè la pensione non basta), e chissà forse si muore anche prima.
Ho scoperto che un ragazzo in una posizione simile alla mia qui guadagna circa il doppio di me. Tenendo conto che il costo della vita è inferiore negli USA, soprattutto quando sei giovane e non spendi tanto in assicurazione medica e pensione, tutti i discorsi di certi politici italiani mi fanno incavolare due volte tanto. Certo che se avessi il doppio del potere di acquisto che ho in Italia spenderei di più. Certo che se un CD audio incidesse la metà sul mio stipendo ne comprerei di più e così via. Nasce prima la gallina o prima l'uovo? Se gli stipendi fossero più alti la gente spenderebbe di puù facendo girare l'economia, ma se gli stipendi fossero più alti le azienda dovrebbe rifarsi alzando i prezzi... beh inizio a pensare che questa sia una balla bella e buona, e che invece se la prima parte si avverasse forse qualcosa potrebbe iniziare a muoversi.
Ma io di economia non ci ho mai capito molto, quindi non voglio sostituirmi a più fulgidi esempi italiani. Certo mi chiedo che ruolo abbia sull'economia l'approccio americano che più volte ho sottolineato: prezzi bassi, stipendi alti (in termini di potere d'acquisto). Che sono strettamente legati a concorrenza reale e ridotta pressione fiscale (accise quasi inesistenti). Non c'è da credere però che un americano paghi meno tasse di noi: le aliquote fiscali sono sostanzialmente pari al nostro IRPEF. La differenza, abissale, è che quando vai in giro in auto non paghi l'autostrada e paghi pochissime tasse sulla benzina (circa un terzo dell'Italia), quando vai al ristorante o in qualsiasi negozio paghi al massimo il 5% di "sale tax" invece del 20% di IVA, affitti e spese di casa (bollette...) non sono tassate. Se compri un auto non paghi bolli, immatricolazioni (solo circa 30$ per avere la targa) e tasse di proprietà visto che è riconosciuto come un mezzo essenziale e non di lusso. Questi sono esempi, ma credo che rendano l'idea.