22/giu/05

Atlanta Braves contro Marines Florida

Questo pomeriggio la coraggiosa squadra composta da Armando, Luca, io e Testina con famiglia ci siamo messi in marcia per raggiungere il Turner Field di Atlanta e assistere alla partita di baseball Braves Georgia - Marines Florida. I Braves vincono il campionato senza interruzione dal 1995, sono la migliore squadra degli USA.

Ci presentiamo allo stadio in leggero anticipo e presentiamo il nostro biglietto costato la stratosferica cifra di 10 dollari e ci regalano un portafoglio dei Braves. Beh, iniziamo a recuperare i soldi, penso io... Subito lo stadio ci si presenta per quello che veramente è: una specie di parco divertimenti. Ci sono gli stand di Cartoon Network, ci sono gli stand della Marvel, ci sono i fast food, c'è il negozio dei souvenir dei Braves, c'è la banda che suona e balla, c'è lo spazio picnic, e c'è il campo da gioco, il famoso diamante.

Prendiamo posto nell'aisle 146, fila 26, in pratica in fondo dietro al campo, per chi sa qualche cosa di baseball dalla parte opposta dell'angolo dove si batte. Ora se esiste un gioco dalle regole strane e dallo svolgimento assurdo questo è proprio il baseball, riassumendo in breve ci sono due squadre una lancia la palla e l'altra deve ribatterla, la squadra che ribatte, se ribatte, deve correre e toccare una serie di basi prima che l'altra squadra quella che lancia riesca a passarsi la palla al volo nella sequenza corretta. Ma se la palla ribattuta viene intercettata al volo, allora il giocator eribattente dell'altra squadra viene eliminato. Se la squadra che lancia la palla riesce a far arrivare la palla fino alla base verso cui il giocatore dell'altra squadra sta correndo, allora tale corridore viene eliminato. Ma se la palla ribattuta esce fuori dal campo, allora i giocatori della squadra ribattente che sono già sulle varie basi del campo possono far punto. Ci sono quattro basi, i giocatori della squadra che batte devono correre intorno a tutte e quattro per fare punto. Oppure devono fare un run. A questo punto, per semplificare, se il lanciatore sbaglia quattro volte il lancio squalifica la propria squadra per l'inning, se il battitore manca tre volte la palla squalifica la propria squadra per l'inning. Quando la squadra che batte ha tre giocatori squalificati si cambia inning. La partita è fatta di nove inning, un inning non ha limiti di tempo, in un inning entrambe le squadre attaccano e difendono, a turno.

Basta? In verità ci sono ancora una serie di regole e altre amenità varie ma io mi sono già perso. Alla fine tutto il gioco si regge sul fatto che il battitore deve ribattere la palla lanciata dal lanciatore, e questo succede non più di una volta su tre lanci, e tra un lancio e l'altro pasano anche due o tre minuti se non cinque. Una partita di scopa vista da duecento metri di distanza è sicuramente più dinamica di una partita di baseball.

Tre ore di partita, e i Braves hanno letteralmente distrutto i Merlins, nove a zero, la partita già normalmente monotona ha ragigunto punte da suicidio collettivo. Ma questo non tange molto gli spettatori perchè loro sono li per fare cena. Cara dove vuoi andare a mangiare questa sera? una bistecca al Long Horn? No, andiamo a farci un hotdog al Turner Field... Il pubblico è quanto di più eterogeneo possibile. Bambini di cinque anni, adulti, anziani di ottanta, tutti insieme a tifare (mangiare) per i Braves (hotdog). Dietro di noi c'era una famigliola composta da papà elefante (e non mi riferisco al naso), mamma occhialuta e due marmocchi tra i tre e i sei anni scalmanati, vestiti di tutto punto con pantaloncini maglietta e cappellino dei Braves. L'elefante gli apostrofa sempre con il termine "buddy", e intercala le esclamazioni per la maionese versata o l'azione di gioco con ddei suoni che sono intermedi tra "ah" e "eh" con l'accento sulla h.

Davanti a noi, papà tricheco (per i baffoni) siede vicino a mamma ippopotamo (per il doppio mento) stritolando il figlioletto ancora di razza umana, alla loro destra la famigliola dei bisonti neri, il padre ha un collo spssso come la mia coscia, la madre una circonferenza che andrebbe bene per una tappa del giro d'Italia, la figlioletta che avrà tre anni invece è adorabile e carina con due occhi nerissimi e il visetto tutto sporco di mostarda.

Testina passa il tempo chiedendo l'impossibile a un povero cristo che alla fine del settimo inning decide di andarsene, tanto la partita comunque non riesce a seguirla.

Gli spalti sono molto comodi, coperti e dotati di sedie con tanto di porta bottiglia e porta popcorn. Stuoli di uomini neri vagano per le scalinate urlando prodotti come birra, acqua, cocacola, zucchero filato (Venduto dentro sacchetti di plastica sigillati). Per la modica cifra di cinque dollari.

Fuori dall'area dove ci si siede, stuoli di persone inondano i fast food e i negozietti con un occhio incollato al megaschermo e l'altro all'hamburger o alla maglietta che stanno comprando.

Sport? il baseball? Non so, forse. Sport nazionale americano di sicuro è l'ingozzarsi di robaccia e ovviamente testina si fa valere anche in quesa disciplina.

Per il resto la giornata finisce con una pasta aglio olio a casa di testina con moglie e figlio, e con Armando che mettendo a frutto mimica gestualità e espressività del dialetto napoletano (scusate, lingua napoletana) ci racconta vicende e aneddoti delle sue scuole superiori tra espedienti, come pescare una "mamma" finta per strada per farsi giustificare le note, e note di colore come il gruppo jazz nato sui banchi delle ore di chimica.