22/lug/05

Tutti al pub

La promessa di una cena peruviana a casa nostra si è trasformata in un misero, benchè buono, piatto unico composto da una specie di sformato freddo a base di patate tonno e maionese che aveva l'unico difetto di essere torppo piccolo per tutte le bocche da sfamare. Complimenti in ogni caso a Liana per la buona volontà dimostrata, non posso dire altrettanto dei due dolci che altri hanno portato perchè sembra che qui negli USA non sia possibile trovare delle torte decenti.

Dopo una breve seduta fotografica che ha visto Annamaria, Violetta e anche Liana impegnate a strapparsi vicendeovlmente il ruolo di fotomodella davanti all'obiettivo della mia nuova macchina fotografica, che tra parentesi si è comportata bene dandomi grande soddisfazione, mentre cercavano di tenere lontano testina, attratto dall'obiettivo non meno delle tre pollastre (anch'amme anch'amme, come dice testone, è il motto di testina). La parte più divertente è stata quando in fase di rivista delle foto mi hanno chiesto di cancellare tutte quelle in cui, anche se per caso, compariva lui. Partecipava alla serata pure la nostra ragazza lavandaia, Lisa, quella che fa il bucato qui da noi e ora stira pure qui da noi (la sua roba, mica la nostra, magari) e quando poi abbiamo lasciato la casa per dirigerci verso Buckhead e il Fadò, pub irlandese talmente finto da essere finto anche per gli standard americani, sono andato in auto con lei. L'avessi mai fatto, invece di portarmi al pub mi ha fatto prima fare un giro turistico dei più miseri bar della zona spacciandoli per antichi (50 anni) e storici, e uscendosene con delle sparate profondamente razziste contro quella feccia nera che rovina i locali di Buckhead per colpa dei quali ora hanno dovuto mettere l'ingresso a pagamento, così quelli non se lo possono permettere e la gente normale (bianca) può tornare a bere in santa pace.

La serata è stata una solita, non molto eccitante secondo me, serata in un pub sgomitante di gente dove solo il volume della musica supera la densità delle persone. Gomiti nei fianchi, piedi calpestati, birre rovesciate, e un gruppo che suonava dal vivo canzoni di quegli U2 di cui Luca sarebbe dovuto andare al concerto a Roma proprio oggi, aveva già comprato biglietti e tutto, e di cui rosica ancora.

Dopo un po' di tempo, e dopo aver spostato l'automobile da un parcheggio e pagamento all'altro perchè il primo chiudeva verso l'1.00, il tasso alcolico ha iniziato a raggiungere livelli infiammabili soprattutto a causa di Liana che continuava a offrire drink a Luca allo scopo di raccontargli tutta la sua vita senza che lui si ricordasse nulla dopo. La compagnia, composta di peruviani messicani oltre a noi italiani, si è comportata molto all'americana annegando una settimana di lavoro nei drinks tanto che alla fine mi è toccato, unico veramente sobrio tra tutti, guidare l'auto di Luca fino a casa. Abbiamo scaricato uno zigzagante testina esageratamente allegro davanti a casa sua, abbiamo sostenuto uno strisciante Roberto Carlos fino all'auto di Liana, mi sono dovuto sorbire per tutto il tragitto in auto una petulante e logorroica Violetta, e Luca alla fine di tutto, tornati a casa, stava rotolando sulla china discendente della sbronza al punto da non essersi nemmeno reso conto che avevamo già riportato testina a casa sua.

Oggi le orecchie fischiano ancora dalla musica troppo alta di ieri, ma la giornata pronette tanta piscina calda assolata e bagni rinfrecanti.