11/giu/05

Stone Mountain

Piedi calzati in scarpe aperte dal tacco lungo e leggero, gambe raccolte in una gonna leggera, lunga e piegettata come la carta velina. Camicetta bianca dalle maglie grandi sotto un collo stretto in una collana massiccia girocollo, il tutto fermato da un cappello di paglia a falda larga tipo cowboy, come a impedire che i pezzi possano scappare da soli. Mezza età e una amica al fianco, sedute al bancone del pud dietro di noi. Scopo della serata, fin troppo evidente, rimorchiare.

Abbiamo concluso la serata con una birra in un locale di Vinings non lontano da casa nostra. Il resto della giornata è trascorso tra uno scroscio di pioggia e l'altro visitando il parco di Stone Mountain, carino con il suo villaggio tradizionale ricostruito tra botteghe vecchio stile, fabbri ferrai e soffiatori di vetro. Peccato che il vento abbia fatto fermare la cabinovia per la cima del roccione che da nome al parco.

Saremmo rimasti per vedere lo spettacolo di luci laser sul fianco della montagna, che altro non è se non un grosso blocco di granito, ma si sono aperte le catinelle del cielo e siamo fuggiti sulla striscia di asfalto della I-285 che con le sue otto corsie sembrava più un torrente in piena che una strada. Monsoni? ci siamo vicini...