11/lug/05

Uragani e tornadi

La migliore descrizione possibile a parole per un uragano è "tempesta tropicale". Probabilmente queste due semplici parole non rendono giustizia alle persone che ogni anno muoiono o perdono lacasa per loro, però il mondo dei dizionari spesso è freddo per cui bisogna accontentarsi e cercare di argomentare ulteriormente in altro modo.

Per nostra fortuna la parte peggiore di Dennis, l'uragano che sta imperversando nel golfo del Messico e che ha colpito la Florida in questi giorni, lo vediamo in televisione senza sperimentarlo direttamente sulla nostra testa, ma Atlanta non è così lontana dal mare come qualcuno particolarmente impressionabile potrebbe desiderare perciò nemmeno noi quassù siamo del tutto immuni da Dennis.

Non servono le continue trasmissioni TV che ci rammentano della gente che sta abbandonando le case lungo la costa della Florida, per rendersi conto del passaggio dell'uragano Dennis basta mettere la testa fuori dalla porta: ha piovuto ininterrottamente a secchiate per quasi quarantott'ore filate, uscire di casa significa sfidare strade trasformate in improvvisati torrenti, schivare pozze che probabilmente nascondono passaggi segreti verso altri mondi sicuramente subacquei e che ingurgiterebbero la sventurata ruota dell'auto incauta, significa fare una doccia fuori orario nel disperato e inutile tentativo di proteggersi da una parete d'acqua che ti circonda da tutte le direzioni incitata dalle rabbiose folate dell'incurante vento che spazza la strada coperta dall'acqua. Quasi vale la pena di uscire in costume e tappine da mare, tanto è calda l'acqua che riempie l'aria.

Questa notte per la seconda volta da che siamo qui è andata via la corrente, sballando sveglie e minacciando di trasformare tempestivi risvegli in ritardatari scusati. Magari, invece come al solito alle sei e mezza mi sono svegliato anche oggi e senza sveglia. Arrivare in ufficio è stata una impresa, per percorrere il breve tratto dal parcheggio al coperto ci siamo inzuppati, beffati oltre che bagnati dal vento burlone che faceva tutto il possibile per rendere inutili gli ombrellini con cui pateticamente cercavamo di proteggere almeno gli occhiali mentre saltelliamo tra una pozza e l'altra fradiciando le scarpe.

Per tutta la giornata Dennis ha continuato a imperversare sulla nostra testa martellando il tetto dell'ufficio Lockheed con un rombo sordo e inquietante ora più forte ora meno, a scemare verso la splendida e afosissima giornata incorniciata da un surreale cielo azzurro degno della leopardiana "quiete dopo la tempesta". Come da migliore tradizione di Atlanta appena spunta il sole l'umido prende personalità e diventa un essere con cui fare i conti uscendo di casa: ti prende a cazzotti, ti sfianca dal calore e ti finisce con gli sbalzi dell'aria condizionata.

Ancora questa sera la televisione manda allarmi di allagamenti nella nostra zona per tutta la giornata di domani, mi sa che presto il diluvio universale ricomincerà con rinnovato vigore e sadica persistenza. Ma in realtà l'unico rischio che corriamo è quello di sviluppare le branchie per respirare fuori casa. Sempre che uno dei due tornadi che stanno imperversando a circa due ore di auto da Atlanta non decida di cambiare traiettoria.

AGGIORNAMENTO meteo: sono le 23.00, gli allarmi tornado sono annullati, pare che non ci saranno twister per questa notte in Georgia. In compenso mezza contea dove ci troviamo noi (Cobb County) è allagata, molta gente che vive vicino ai maggiori corsi d'acqua è stata costretta ad abbandonare le proprie case e diverse strade sono coperte da mezzo metro d'acqua.

Fortunatamente il nostro complesso residenziale è abbastanza in alto e non corriamo rischi particolari, però non posso fare a meno di pensare a Testina e alla sua nuova auto che ha appena ottenuto dall'autonoleggio: una decapottabile!