12/mag/05

Pena di morte

Questa sera abbiamo assistito a una trasmissione televisiva in cui veniva dibattuto un caso di omicidio recidivo per cui il colpevole è stato condannato a morte e la pena sarà eseguita alle 2.01 di notte di uno dei prossimi giorni. Come se non bastasse l'assurdità della pena di morte, c'è anche la beffa dell'orario: 2.01, non le due, non le due e cinque minuti ma le due e un minuto.

Al dibattito erano presenti due donne e un pastore protestante. Quest'ultimo si è sbracciato e animatamente ha criticato la pena di morte come incivile, arcaica e indegna di Gesu e dell'evangelo. Peccato che fosse continuamente interrotto dalla schieratissima conduttrice che dava continuamente la parola alle due donne, dua avvocatesse, che difendevano a spada tratta la pena di morte come unico strumento in grado di portare soddisfazione alle faniglie delle vittime. Decisamente un basso spettacolo, indegno di una società cosiddetta civile.

Oggi abbiamo assistito alle prove funzionali del timone di coda e dei piani mobili di un C-130J dei Marines, come al solito ci hanno fatto da guida e cicerone Jerry e Roy, rispettivamente il numero uno e il numero quattro (per sua stessa definizione) della squadra test funzionali di Lockheed, Marietta. Di Jerry e di Roy ho già parlato, due operai tosti "redneck" cioè campagnoli del sud. Roy ogni volta che ci vede ci consiglia un nuovo posto da andare a visitare qui intorno, e di solito i suoi consigli puntano su spiagge dove ci sarebbero migliaia di belle e giovani ragazze. Così Jerry dopo giornate passate insieme continua a essere incomprensibile per il 50% di quello che dice, avendo un accento e un modo di parlare che fa concorrenza quanto a chiarezza con una lastra di vetro opacizzato ricoperta di pennellate di catrame. E di quello bello denso.