03/lug/05
New York, Nawakwa
Il weekend è stato ben diverso dalle mie iniziali aspettative. Sabato sono andato a fare una gita per il parco Harriman tra boschi e colline con Edward che poi mi ha portato in un posto chiamano Nawakwa per una cena che poi si è trasformata in un weekend intero: ne siamo ripartiti solo lunedi mattina.
Domenica, all'ora teorica di ripartire Ed ha semplicemente detto che non aveva nessuna intenzione di riportarmi indietro quel giorno perchè stava bene li e non aveva voglia di muoversi. Mi ha fatto enormemente incazzare, ma la disponibilità e la gentilezza delle altre persone presenti mi ha garantito non solo la certezza di poter chiedere un passaggio per la civiltà in qualsiasi momento ma anche incontri interessanti e arricchenti.
Nawakwa significa capanna tra i boschi e il nome rappresenta la fantasia tipica americana che gareggia con una lumaca per il record dei cento metri piani strisciati. E', guarda che caso, proprio una specie di rifugio in mezzo ai boschi. Si tratta di una struttura semplice realizzata meno di un secolo fa interamente in legno composta di un edificio principale e una serie di capanne separate con brande. I servizi sono minimi, corrente elettrica e acqua corrente nell'edificio principale, dei bagni di fortuna quasi all'aperto, la doccia si fa nel vicino lago. L'ambiente, spettacolare, incornicia Nawakwa con aceri altissimi e un lago blu cristallino.
E' il posto ideale, a meno di un ora dalla città, per i New Yorkesi che vogliono trascorrere qualche giorno tranquillo lontano dalla vita civile. Appartiene all'Adirondak hiking club, che più che un club di passeggiatori sembra un club di mangiatori intenti a gareggiare con i pescatori nell'esagerare le proprie passeggiate con le chiacchiere. L'età media risente di alcuni elementi che potrebbero tranquillamente aver superato i cento, ma conta New Yorkesi di stampo liberal, molti ebrei, qualche omosessuale del Village, una scrittrice famosa, una responsabile editoriale per una grossa casa editrice americana.
Dave, ippopotamo russante e scorreggiante che ci ha intrattenuto allegramente per tutta la notte con concerti degni dei migliori compositori moderni, fa il poliziotto nel Queens e con espressione leggermente ebete ci racconta (prima di scorreggiare) del suo pick-up F-150 che ha appena cambiato per un altro F-150 identico perchè il primo non gli piaceva, si rompeva troppo spesso.
Adam e Ellen sono una coppia ebrea del Queens, anziani, molto cordiali e simpatici. Lui di origine polacca poi amigrato in mezzo mondo tra Cina, Svezia, Svizzera, Francia, oggi studioso della lingua italiana a tempo perso dietro due occhialoni rotondi da topo di biblioteca.
Benjamin è un portoricano naturalizzato americano che preferisce fare il bagno nel lago quando è ora di cena, nuovo membro di questo strano club Nowyorkese, un po' sperso.
Laura è l'immensa, nel senso di incredibilmente obesa, donna che ci ospita tutti quanti questo weekend e si occupa di cucinare abbondanti pasti a base di aragosta e aperitivi con pudding ricercati e salse gustose.
Altre persone passano, scambiano qualche chiacchiera con me, ma ne nomi ne facce riescono a incidere a sufficenza da fermarsi nella memoria. Complessivamente questo club è un eccezionale esempio della cultura newyorkese: tutti, tutti, sono immigrati da non più di una generazione negli USA, tutti parlano principalmente di soldi, risparmiati guadagnati o spesi da qualcun'altro, pochissimi si conoscono tra di loro. La gente va e viene, ma ogni giorno a Nawakwa ci sono almeno una trentina di persone appartenenti allo stesso club. Per lo più, benemeriti sconosciuti tra di loro, qalcuno scopre addirittura di essere vicino di casa a Brooklin.
Comunque il posto è bello e l'atmosfera rilassata, inverosinile essere a New York e trovarsi in un posto simile.