21/mag/05

Il sabato del villaggio

Oggi è stata una lunga giornata, iniziata sotto un cielo grigio plumbeo e pioviginante veramente indegno del clima primaverile Georgiano. Il programma della giornata era di dirigerci a nord verso la vicina Chattanooga, Tennessee, per una tranquilla giornata con visita alla Ruby Fall e Rock City due delle attrazioni più famose di Chattanooga assieme all'acquario del Tennessee.

Verso le nove arrivano, abbastanza puntuali, Armando e Salvatore e pochi minuti dopo vengono raggiunti da testina così la squadra di baldi giovani e meno giovani ingegneri e meno ingegneri è al completo. Dopo pochi minuti la gloriosa ammiraglia di Armando, una Chevrolet Impala larga e spaziosa con sei posti a sedere fa ronzare i suoi più di duecento cavalli sotto il cofano. Cavalli che come dice l'autista e temporaneo padrone Armando, solitamente dormono ma qualche volta si svegliano, mai tutti insieme però.

Dicevo, ben presto la gloriosa ammiraglia ronza felice sulla I-75 direzione nord con il serbatoio pieno di benzina, un buon cd di musica country nell'autoradio e un popolo di tre ghiri ronfanti comodamente piazzati nel largo sedile posteriore. Il sottoscritto, ormai eletto all'unanimità come navigatore ufficiale della comitiva occupa di diritto il sedile anteriore del passeggero. Armando sguinzaglia i cavalli al ritmo del country battendo il tempo con una mano mentre l'altra tiene il recalcitrante volante che, fascista, tende sempre un po' a destra superando indifferentemente da destra o da sinistra (il codice stradale lo permette) gli americani lenti e sparpagliati sul nastro di asfalto a tre o quattro corsie della freeway.

Solo una breve sosta al visitor information center al confine tra Tennessee e Georgia per raccogliere opuscoli e cartine ci distoglie dalla nostra meta iniziale: Ruby Falls. Nel frattempo il cielo alterna vaghi sprazzi di nuvole meno grige a densi strati di nuvole davvero grige, confortandoci con una uniformità desolante.

Ruby falls! le cascate-rubino letteralmente, le foto mostrano una spettacolare colonna d'acqua altissima e colorata di rosso immersa in una nuvola vagamente mistica di particelle d'acqua. Le informazioni che abbiamo ci prospettano una avvincente passeggiata di un miglio in una splendida caverna naturale scoperta quasi un secolo fa che termina sulla cascata. La realtà, ben diversa, si rivela essere una notevole vaccata all'americana. Complimenti per il pubblicitario che ha montato la faccenda, però la caverna è si lunga un miglio, ma tra andata e ritorno (lungo lo stesso percorso), è una caverna naturale solo a meno di ignorare le operazioni di scavo che hanno trasformato un cunicolo dove si poteva strisciare a fatica in un corridoio comodo e largo dove un gruppo di trenta persone può muoversi. Lungo il percorso fantasiosi cartelli mettono in risalto formazioni geologiche talmente belle che se i cartelli non ci fossero, passerebbero totalmente inosservate. In punti strategici, luci colorate e musiche di sottofondo vorrebbero creare "atmosfera" e esaltare l'ambiente, ma riescono solo a dare una sensazione di artificiale e di americanata. Poi arriva la cascata! e si scopre che "Ruby" è il nome della moglie dello scopritore e che di rubino non ha proprio nulla. Non solo, ma una fastidiosa musica di sottofondo nella caverna della cascata copre l'altrimenti gradevole suono dell'acqua che precipita per circa 50 scarsi piedi fino al livello della caverna.

Usciti dalla grotta flop, ci rincuoriamo almeno vedendo che la giornata sembra volgere al meglio e raggi di sole stanno finalmente sciogliendo le nuvole grigie sostituendo il grigio del cielo con l'azzurro slavato di una tipica giornata troppo umida. Ci siamo rifocillati mangiando in un vicino ristorantino la cui qualità era piuttosto scadente: io ho preso un sandwich al doppio prosciutto e pomodoro con "homemade chips", ovvero un grosso toast super farcito di bacon fritto e pomodori con contorno di patatine tipo quelle che si comprano in bustina al bar ma fatte in casa. Almeno, economico: circa 6 dollari.

Rock City, seconda meta della nostra giornata, si rivela essere molto più interessante del previsto, in breve si tratta di un sentiero che si avviluppa sulla cima di Lookout mountain costruito apposta per attraversare curiose formazioni di roccia, passaggi strettissimi tra pareti verticali, boschetti e punti di osservazione dove si vedono scoiattoli, piccoli cervi e tanti uccelli. A dire il vero l'attrazione principale di Rock City sono Ellen, Lora e Bonnie tre ragazze provenienti dalla Louisiana che stanno viaggiando fino ad Atlanta. Tutte e tre tra i 22 e i 26 anni, Ellen la più "vamp" delle tre dal viso degno di una miss i capelli biondi fluenti la pelle abbronzata e un gran bel fisico con le curve giuste al punto giusto colpisce subito le fantasie e l'interesse di Luca, Lora una bellissima ragazza dalla pelle chiara e il viso lentiginoso incorniciato da dei capelli tra il biondo e il rosso sotto un cappellino da baseball begie che esalta il viso regolare vestita in una maglietta scura poco sotto l'ombelico e un paio di pantaloni chiari e comodi sopra le caviglie larghi in fondo, infine Bonnie la più giovane (e autista della loro BMW cabrio) ancora studentessa di college in dirittura d'arrivo.

Ellen attacca bottone perchè ci sente parlare italiano, ma presto cinque ragazzi (e meno ragazzi) come noi non si lasciano scappare l'occasione e si attacca bottone tutti quanti. Tra una chiacchiera e l'altra, non saprei riportare molto delle bellezze di Rock City dal punto del nostro incontro in poi, tutto quello che posso riportare è la bellezza semplice, solare, perfetta senza essere esagerata di Lora. Ragazza laureata, giovane, in arte al college di Baton Rouge, LA, oggi insegnante di arte per ragazzi e appassionata fotografa dilettante come me, ma sicuramente con più talento, porta a tracolla una splendida Nikon completamente manuale. Ventiquattro anni, quasi venticinque, passiamo parlando insieme un paio delle più belle ore della giornata.

Mi sono innamorato? Se esiste il colpo di fulmine, si. Aggiungo Lora nella lunga lista delle ragazze che hanno un posto nel mio cuore, ci scambiamo gli indirizzi email nella speranza, evidentemente condivisa, che le nostre strade tra Italia e Louisiana si incrocino nuovamente in questo mondo che alla fine è piccolo. Guardiamo le tre ragazze partire sulla loro BMW con i capelli lunghi al vento come delle novelle Thelma&Louise, solo con un finale meno tragico inseguite da ammiratori invece che da poliziotti.

Il ritorno a casa è silenzioso e tranquillo, la gloriosa ammiraglia mastica l'asfalto della I-75 in direzione sud lanciata sulla corsia di sinistra sotto le esperte mani del fantino Armando che dirige i suoi duecento e passa cavalli verso casa. Sul largo sedile posetiore, un paio dei soliti ghiri ronfa alla grande occasionalmente riportati in vita da un pezzo country più vivace che interrompe una colonna sonora guarda caso molto romantica e un po' malinconica.