08/mag/05
Ritorno a casa
Ormai il nostro appartamento di Marietta sta diventando così familiare che mi viene naturale chiamarlo casa. Siamo tornati questa sera dal giro a New Orleans, Louisiana.
Sono stanchissimo e mi sta venendo il mal di testa dopo una giornata intera passata chiusi dentro l'Impala di C. con B. il rompiballe che ha dato il meglio di se per sfinacare la resistenza di tutti noi. C. è fortunato, perchè ci sente poco e questo lo aiuta a filtrare il rumore di fondo generato da B mentre gli altri due colleghi hanno evidentemente un livello di sopportazione molto maggiore del mio. In questi giorni A., B. il rompiballe ed io abbiamo diviso una stanza del Knights Inn di New Orleans (motel migliore del Super8 di Orlando, di poco ma almeno tranquillo), evidentemente ho accumulato lo stress da collega rompiballe per tutti gli ultimi due giorni fino a che questa sera sono scoppiato.
Dopo che C. ci ha lasciato a casa nostra e abbiamo scaricato i bagagli, B. il rompiballe ci chiede se abbiamo un po' di bacon in frigo. No, non ne abbiamo è la pronta ripsota, veritiera. Entrati in casa, nemmeno il tempo di togliere le scarpe che bussano alla porta. Chi sarà? Ma ovviamente lui il rompiballe che torna alla carica sul bacon "perchè pensavo che scherzaste", e si colleziona la prima risposta brusca.
Non contento, e dopo una poco fortunata battuta approposito di autoinvitarsi a cena, ci esorta a dargli qualche fetta di pane. perchè lui in frigorifero non ne ha. Poco ci manca che lo prendo di peso e lo sbatto fuori di casa. Per fortuna mi sono fermato al punto di urargli in faccia che se proprio vuole venire a rompere le scatole e pretendere a casa nostra almeno chieda per piacere.
E poi mi dispiace di arrabbiarmi con lui, ma riesce a logorare le mie capacità di sopportazione e le mie difese anti stress a un punto tale da essere l'unica persona che io conosca che è riuscito a farmi incazzare sul serio. Almeno poi passa in fretta e non me la prendo.
Beh, passando a cose più belle, oggi sulla strada di casa ci siamo fermati a far pranzo a Biloxi, sul golfo del messico in Mississipi. Biloxi è una cittadina balneare che vive sul prosperare dei numerosi Casino, si presenta ordinata e tranquilla sotto il sole tropicale della prima metà di maggio.
Spiagge bianche di sabbia lambite dall'azzurro oceano Atlantico incorniciate da una barca a vela solitaria che si incrocia con un motoscafo sullo sfondo di un isolotto lungo coperto di cipressi e palme poco al largo. Il ristorante, buono ed economico ci serve su un tavolino al sole. Rinfrescati dalla brezza dell'oceano e cotti a fuoco lento dal sole splendente, io ho preso un "steak poor boy sandwich" cioè un super sandwich ripieno di maiale, tacchino e pollo cotti alla griglia e formaggio fuso. Contorno di patate fritte e una enorme ceasar salad come antipasto. Il tutto? Circa 8 euro (10.70$ tasse comprese).
Si è trattato di una meritata soddisfazione dopo il giro per la palude che abbiamo fatto la mattina, poco fuori New Orleans. Si è dimostrato essere più una trappola per turisti che altro. Dei promessi alligatori abbiamo visto solo un cucciolo nutrito a marsh-mellow, per il resto due ore di chiacchiere della guida, Captain Ben un sessantunenne oriundo del loco con un pancione in cui avrebbe potuto trovar posto un alligatore intero e una predilezione per le storie di palude che iniziano con "I tell you thats true" (ti dico che è vero) e finiscono per "yawh" (yawh), mentre guidava la barca attraverso la palude, di per se interessante in quanto ambiente naturale per me nuovo e insolito (è vero: non c'è terra, gli alberi crescono dall'acqua direttamente insieme al riso selvatico). Più interessante ascoltare qualche storia sulla gente che vive in loco in case su palafitte costruite su fazzoletti di terra tenuti insieme da paratire in legno (e cemento per i più ricchi) riempiti artificialmente di terra. Ogni casa ha un piccolo molo e un attracco per una barca da palude a fondo piatto.
Ora basta, troppo stanco. Più avanti maggiori dettagli su New Orleans.