20/mag/05

Un venerdi tranquillo

Oggi è già il venti di maggio, due mesi sono quasi passati e, come al solito, sembrano due giorni. Tra poco più di una settimana sarò di nuovo a bordo di un boeing 767-300 destinazione Roma sorvolando l'oceano atlantico per una decina di ore. Ci prendo gusto a fare questi viaggi lunghi, già in passato ho scritto in che cosa consista per me la bellezza di uno spostamento in aereo, e i viaggi intercontinentali in particolare essendo così lunghi acquisiscono un particolare valore simbolico. Dieci catartiche ore di volo per lasciare un continente e entrare in un altro.

Ieri sera ho preso il telefono e chiamato una persona molto particolare. Edward è un pittore Newyorkese sulla cinquantina alto e magro, fisicamente in forma e appassionato camminatore. Ci siamo incontrati due anni fa mentre facevo una gita dalle parti di Hurricane Ridge, Olynpic National Park, nell'angolo a nord-ovest di questo ampio continente. Lui si era perso sul sentiero, stava cercando la strada per arrivare al parcheggio del centro visitatori che per coincidenza era proprio la mia meta, per cui gambe in spalla e di buona lena ci siamo incamminati insieme. Nell'oretta di cammino per aguzze creste da cui si ammirava ora il ghiacciaio di Monte Olympus ora l'oceano pacifico con le coste del Canada in lontananza, abbiamo parlato di un sacco di cose e scoperto di avere molti punti di vista comuni sulla politica mondiale.

In conclusione della nostra camminata gli regalai un euro italiano (allora di recente introduzione) e lui mi lasciò il suo numero di telefono con un invito chiaro: se passi da New York vienimi a trovare. Ora si può forse lasciar perdere un simile invito? Si può forse tralasciare l'occasione di visitare la Grande Mela in compagnia di un pittore indigeno?

A marzo, prima di partire, gli inviai una lettera cartacea perchè Edward (così si chiama) non ama il computer e non utilizza l'email, eccezionale strumento per tenere contatti in giro per il mondo. Mi ha risposto, a suo tempo, così ieri sera ho preso il telefono e abbiamo chiacchierato per una mezz'ora come se questi due anni non fossero minimamente trascorsi. E in fondo è proprio così: una delle prime battute è stata da parte sua "tanto, sia nella mia che nella tua nazione le cose vanno male allo stesso punto di due anni fa" chiaramente riferendosi a Bush e Berlusconi.

Abbiamo rinsaldato la promessa che nei prossimi mesi andrò a trovarlo a nord (tutto il mondo in effetti, eccetto l'emisfero sud, è a nord rispetto alla Georgia) e avremo l'occasione di parlare ancora, magari di camminare ancora insieme e anche visitare New York. Nel frattempo, mi ha lasciato il contatto di una coppia di persone che vive non lontano da qui in South Carolina che saranno a suo dire ben felici di ospitarmi e fare conoscenza. Questi due fanno "gesh" di cognome e il loro numero di telefono è proprio... "gesh", nel senso che le ultime quattro cifre corrispondono alle lettere G E S H sulla tastiera... così lei si chiama lily e le ultime quattro cifre del suo cellulare corrispondono alle lettere L I L Y...

Oggi siamo andati a fare spese da Fry's, quel famoso super mega store di computer e elettronica. Per divertirci un po' ci siamo portati dietro "testina", nuovo nome ufficiale di scassaballe, che è un modo breve per dire "testa di cazzo", coniato da Armando. Beh, testina è riuscito a girare per due ore per il negozio e uscire spendendo ben più di 200$ dollari di cose che non gli servono a nulla (come pezzi per un fantomatico computer che non possiede). Il momento topico è stato quando ha chiesto a Luca di dirgli quali cd musicali comprare! Allora Luca, già abbondantemente scocciato (da intendere con il significato napoletano del termine) da ore di girovagare a vuoto per gli scaffali, gli ha consigliato tre CD che piacciono a lui all'unico scopo di farseli copiare.

L'approccio allo shopping di testina è il seguente: costa poco! lo compero. Insomma potrebbe essere una sedia a sdraio, una macchina fotografica digitale, un computer, se costa poco lui lo compera. Il fatto che lui ne abbia bisogno o che "poco" sia solo relativo e in realtà si parla di 50 euro non influisce minimamente. Il dubbio che viene a noi che lo osserviamo "pazziare" per i negozi è che in realtà sia un miliardario e lavori in Alenia solo per salvare le apparenze.

Se così fosse, almeno, potremmo farci pagare per l'incombenza di sopportarlo. Al ritorno a casa l'abbiamo mollato a casa sua prima di andare a fare la spesa alimentare, altrimenti saremmo ancora li a cercare di trascinarlo via di peso strappandogli di mano l'ultimo pezzo di parmigiano dello scaffale mentre a lui viene in mente che deve ancora prendere una cosa... e li sarebbe il meno, il problema è che mentre cerca quella cosa girando per il negozio, operazione lunga e laboriosa a causa del suo senso dell'orientamento degno di una boa nel deserto, cerca di comperare tutto quello che gli passa sotto gli occhi.