10/giu/05

Star wars? Riflessioni sull'America.

Spade laser, strani figuri con cappa e cappuccio che volteggiano per l'aria sfidando allegramente le forze della natura tra zampilli di gioconda lava e piogge di scariche elettriche fuoriuscite da pistole di plastica molto futuristiche. Macchinari incredibili che rotolano, volano, saltano, rimbalzano, sempre determinati a compiere il loro fato necessariamenre, chissà perchè poi, nefasto e distruttivo correndo verso il precipizio, l'edificio o il roccione che li sbriciolerà nell'impatto. Esseri alieni che sembrano usciti ora da "Mars Attack" ora dalla matita di un qualche sceneggiatore decisamente dotato di abbondante fantasia frustrata, inseriti tra un droide che fa qualche cosa di scemo e qualche altra situazione più o meno comica che vorrebbe dare tono e spirito da "dritto" al film, come va di moda a Hollywood di recente.

Non sono diventato matto, sono appena tornato da "Revenge of the Sith", ovvero il terzo film della nuova trilogia di Star Wars. Meglio che mi chiarisca subito, il film mi è piaciuto. E' un bel film d'azione pieno di fuochi d'artificio, combattimenti all'arma blu o verde, esplosioni e quell'occasionale bacio d'amore che mescolato a un po' della peggior telenovela (amori negati, figli che nascono con la morte della madre, amore che addirittura costringe il buono a diventare il cattivo) di retequattro compone un normale successo di Hollywood.

Almeno, dopo due lunghi trailer (gli altri due episodi) finalmente un po' di trama. Certo tutta la trama consiste nel vedere come Lucas è riuscito a ricollegare i fili con gli altri tre, più vecchi, film. Qualcuno ora direbbe "ai miei tempi..." lungi da me dire una cosa simile ne ricadere nella facile retorica che i film originali sono sempre migliori dei sequel o prequel, d'altronde c'è sempre l'eccezione che conferma la regola no? Per ora, ho visto la regola e aspetto ancora di vedere l'eccezione.

Il film era proiettato al "AMC Theater 15", sulla Cobb Parkway a due passi, secondo gli standard americani, da casa nostra. Grosso complesso multisala che ci delude subito appena entrati nella sala dove proiettano il nostro film: piccola, stretta, con le poltrone scomode e decisamente inadatta a un americano di dimensione media. Mah!

Il clima semi monsonico tropicale continua imperterrito, oggi addirittura c'è talmente tanta umidità nell'aria che solo camminare vuol dire bagnarsi capelli e vestiti senza che piova davvero. Ovviamente, fà caldo, ma non troppo. Le massime sono sui 28 gradi più o meno, ci pensa premurosa l'umidità a farci percepire i 30. Tanto l'ufficio è condizionato, l'auto è condizionata, i negozi sono condizionati, la casa è condizionata. Alla fin fine si sta molto meglio che a Torino in una estate non troppo afosa.

Non lontano da casa nostra stanno costruendo un "Panda Express", catena di fast food cinesi. E' molto istruttivo ripercorrere le tappe della sua costruzione: tutto inizia circa un mese fa quando un paio di ruspe radono al suolo un edificio preesistente e poi spianano il quadrato di terreno all'incrocio tra la Spring Hill st. e Lake Drive, le macerie del vecchio edificio mettono a nudo la struttura portante di questa nazione: legno di bassa qualità intonacato. Dopo aver asportato tutto quello che poteva ricordare il precedente utilizzo dello spazio, il terreno è stato rigirato e compattato fino a che non è rimasto solo un piazzale di terra battuta, anonimo e vergine. Quindi nel giro di poche settimane è cresciuto un fungo di legno e intonaco dalla forma solo leggermente diversa da quello vecchio, in questi giorni l'intonaco è stato ridipinto e le finestre installate. Presto avremo un nuovissimo "Panda Express" a un miglio da casa. Cosa ci fosse prima già nessuno lo ricorda più, è passato, ma non alla storia, all'oblio che sembra catturare tutto quello che qui diventa "vecchio" rubandogli ogni speranda di diventare "antico". Una nazione che ormai ha più di un secolo dovrebbe iniziare ad avere qualche cosa di "antico" anche se non in senso europeo. Non qui, non in America, non se per costruire un negozio nuovo si deve spianare quello vecchio fino al terreno.