07/giu/05

Malinconia

Oggi è una giornata malinconica. Tutto trasuda rilassata, lenta, vagamente triste malinconia. Il cielo pigro sposta lentamente nuvoloni neri per accumularli sopra le nostre teste e minacciare una pioggia violenta e grossolana. Minaccia che resta tale perchè se lo facesse davvero rovinerebbe l'armosfera lenta della giornata, e la gente lo sa.

Ma minaccia quel tanto che basta a dissuaderci dalla piscina, dal mettere il naso fuori di casa dove l'oppressivo caldo umido rallenta i riflessi e stimola secrezioni glandolari. Fa caldo fin dalla mattina, uscendo di casa l'appiccicaticio morde come zanzare senza denti e prelude a un pomeriggio asfissiante. A casa l'aria condizionata ronza a tratti nel sottofondo mescolandosi ai Dire Straits che con Tunnel of Love si adeguano allo spirito malinconico di questa giornata di mezza settimana, ne carne ne pesce ma condannata a morire in una serata dedicata al ferro da stiro.

Oggi pomeriggio, mentre intorno a noi l'America tornava a casa dal lavoro o si recava a qualche grosso mall per dedicarsi alla fondamentale forma d'arte del popolo capitalistico d'eccellenza, lo shopping, dicevo mentre ci sentivamo minuscola pedina in quel mosaico enorme dell'economia che gira intorno al petrolio bruciato dal poderoso translatlantico LeSabre ci siamo recati all'autonoleggio per passare la LeSabre a Armando e prendere io un'automobile meno scandalosamente contraria a qualsiasi principio ecologico e economico.

Lo scambio è stato vantaggioso e in cambio di un lussuoso yacht mi hanno dato un fuoribordo d'altura, una Chevy Monte Carlo due porte dalla forma vagamente sportiva e vagamente ridicola con un sedere disegnato da un colpo di polso dovuto a uno starnuto improvviso, dotata di un motore V6 3400cc da 180 cavalli che sarà sicura invidia di testina che da mesi prova invano a farsi dare una auto del genere. Auto che comunque ora non può affittare perchè ancora non ha riavuto la patente perduta ormai un mese fà.

Chevrolet Monte Carlo, la sensazione alla guida non è più quella di un pachiderma sonnolento come la LeSabre ma di uno scattante elefante già sveglio da appena cinque minuti. E il cambio automatico non migliora la situazione.