19/mag/05

Il tempo

Quando in Georgia si definisce una giornata come "brutta" e si prevede che possa piovere, cioè quando la gente decide di snobbare le piscine in favore delle palestre o dei centri commerciali, si tratta di una giornata che a Torino viene normalmente definita "bella e soleggiata", in cui la temperatura calda e il sole invogliano la gente a uscire dalle case e dai centri commerciali per riversarsi al parco del Valentino o al Fante o alla Mandria per godere dell'aria aperta.

Quella solita leggera coltre di nuvolame grigiastro che offusca lievemente il sole verso i bordi dell'orizzonte a Torino definisce una normale giornata media di inizio estate, afosa ma degna di godere dell'aria aperta, qui in Georgia si definisce una giornata a serio rischio pioggia in cui è meglio rinunciare a stare fuori per due buone ragioni: innanzi tutto non fa molto caldo e in secondo luogo potrebbe sempre piovere.

Da bravo Torinese ho deciso di passare il pomeriggio in piscina dove ho goduto di un ottimo sole (occasionalmente velato da una nuvoletta di passaggio), e degli ottimi 34 gradi, appena leggermente afosi, che l'aria ormai estiva ci ha fornito. Ho approfittato dell'assenza di anima viva fatta eccezione per una americana-cinese dall'orecchio a forma di telefonino e la mano prensile deformata per sostenere suddetta estensione del suo corpo e una coppia nuotatore/nuotatrice veramente invidiabili. Dicevo ho approfittato anche del clima per fare un bagno rinfrescante.

Questo pomeriggio mentre eravamo in hangar per seguire il resto dell'installazione delle tubature idrauliche e i lavori elettrici nel cockpit, durante una pausa dedicata a osservare un F/A-22 che faceva dei touch-and.go sulla pista di fronte a noi siamo stati approcciati da un buffo figuro che ci appare da lontano calzato in una tuta bianca con sulla testa una struttura oscillante che è uscita direttamente da un B-movie di Holliwood su qualche scienziato pazzo.

Arrivato a distanza di braccio e di voce ci ferma interrogando con lo sguardo i nostri cartellini identificativi e quindi ci chiede chiarimenti su chi siamo, visto che è evidente sia la nostra non appartenenza al genere Americano sia la nostra non appartenenza alla Grande Famiglia Lockheed Martin. Si presenta come Noah. E' un uomo sulla cinquantina abbandonata da tempo con una testa grossa e una faccia larga e lunga, due occhialetti tondi e sulla testa una specia di racchetta da tennis con incorporati degli occhialetti ingranditori di quelli da elettronico e una specie di pennacchio. Veniamo a sapere dal loquace Noah che lui si occupa di tutte le parti che vengono costruite appositamente sui C-130J ovvero quei pezzi che non sono realizzati industrialmente ma a mano. Subito dopo si dichiara confederato raccontandoci con un misto di orgoglio e curiosità della guerra civile americana in cui un gruppo di spie Yankie rubarono un treno proprio qui dove ci troviamo noi e con quello scapparono fino alla vicina cittadina dove furono arrestati e poi processati e uccisi.

Tralasciando l'idiozia di fuggire rubando l'unico mezzo di trasporto al mondo su cui non puoi far perdere le tue tracce perchè queste sono fatte di ferro e inchiodate al terreno, soprattutto in un era in cui il telegrafo correva ben più veloce del treno, l'episodio ci ha costretto a mostrare uno sguardo incuriosito e esprimere voci tipo "ma basta lì", "ma guarda un po'", ovviamente in inglese. Noah ci ha poi salutato, affrettandosi a mostrarci che lui è un uomo impegnato, pieno di cose da fare data la sua posizione importante (praticamente, un operaio generico).