Samotracia, ultimo giro

i catorci

Anche questa giornata, quella dell'addio a Lemnos, è molto ventosa quasi a sottolineare il carattere di questa isola che costringe a lottare per un pezzo di terra da coltivare, per un angolo dove costruire al riparo dal vento.

Forse siamo un po' tristi per la partenza, ma il pensiero dei bagni nelle acque cristalline di Samotracia ci tiene ancora allegri. Rientrati quindi sull'isola e ripreso possesso della nostra domatia abbiamo inutilmente tentato di raggiungere di nuovo la splendida spiaggia di Pacha Amnos, la più bella dell'isola, per un ultimo pomeriggio di sole e mare ma, sarà perchè non era cosa di tornare laggiù sarà più probabilmente per colpa del lavativo noleggiatore di motorini che ci ha rifilato prima un catorcio a cui si è rotta la catena nel mezzo di una salita e poi un secondo che non riusciva nemmeno a fare le salite, costringendo la mia bella a scendere (!) per arrivare in cima. Il lavativo non si è nemmeno degnato di venire a soccorrerci lasciandoci nelle mani di due gentilissimi greci residenti in Germania che ci hanno gentilmente riaccompagnato in paese. Lui pessimo autista, lai simpatica che, come tutti i greci, di un fatto ne fanno un discorso lungo due ore e molto animato.

Così, scornacchiati e contrariati rinunciamo alla spiaggia bella e andiamo a esplorare l'unico angolo ancora sconosciuto dell'isola fino a una spiaggia sassosa e deserta dove facciamo di nuovo il bagno e continuiamo a cercar di fare sparire il segno del costume sotto il sole.