Lemnos (2)

girovaghiamo per l'isola

Anche se la vacanza sembra volgere al termine noi continuiamo a girare per Lemnos senza accorgercene. Si, perchè ieri sera ci hanno comunicato che il traghetto è stato nuovamente spostato da oggi a domani per cui abbiamo un intero nuovo giorno per esplorare quest'isola. Ne stiamo approfittando.

Alla fine della giornata, tra ieri e oggi, abbiamo girato quest'isola con abbondante completezza e ora con cognizione di causa possiamo affermare che l'isola è un brullo deserto ora collinoso e ora piatto nelle cui vallette e insenature si annidano piccoli paeselli di dieci case rannicchiate per proteggersi dal vento spietato che si è sollevato oggi spazzando senza tregua la superficie giallo-bruciata dell'isola e non curante di vacche e capre riparate dietro i cespugli più grossi.

Vittime della stanchezza e del sonno arretrato ieri sera ci siamo fatti fregare da un pessimo ristorante-trappola-per-turisti lungo il porto di Myrina: ci hanno rifilato pesce scadente, caro e immerso nell'olio caldo.

Affrontiamo coraggiosamente le folate di vento sul motorino, scollinando dietro ogni promontorio e rilievo alla ricerca di bellissimi panorami composti da distese di mare azzurro e costa a picco, antichi mulini a vento in pietra e chiesette bianche deliziose.

Ieri abbiamo girato la parte nord, e oggi ci siamo spinti fino alla punta meridionale dell'isola, fino al paesello di Skandali composto di deliziose casette che più che altro sono mucchietti di pietra intonacate di bianco e arroccate in una grinza del terreno pochi metri sotto la cima su cui, nel piccolo cimitero vicino alla cappella, si possono incontrare quasi tutti gli abitanti del paese. Sotto terra. La calma e la quiete (eterna) pervadono le strade di questo posto dove l'unica anima viva oltre a una gallina è una vecchietta dal capo coperto che sfida la calura del primo pomeriggio.

Nel pomeriggio affrontiamo di nuovo la lunga traversata est-ovest dell'isola, circa 50km in motorino tra le raffiche del vento, per regalarci un paio d'ore di relax nella spiaggia di Aghios Johannes, vicino a Myrina dove per lo meno riusciamo a ripararci dal grosso del vento e fare anche il bagno nell'ormai solita acqua limpidissima. Ci godiamo, in conclusione, il tramonto arancione e romantico dal porto, seduti su uno scoglio abbracciati.

Prima però di tornare in città facciamo una sosterella a Aghios Dimitrios per fare uno spuntino e rifornirci d'acqua nell'unico negozietto aperto gestito da una vecchietta che fa a gara con i siti archeologici dell'isola per anzianità. Tranquilla e rilassata si gode il pomeriggio, come se avesse capito davvero come prendere la vita. Pultroppo però noi non riusciamo a carpirle il segreto.

Facciamo poco dopo ancora una lunga sosta per riempirci la pancia di more e fichi: la frutta buona e matura su quest'isola non manca e per servirsi basta coglierla dai rami degli alberi: si trovano anche melograni e pesche se pur non molto mature. Proprio durante una di queste soste, tirato a bordo strada il poderoso cinquantino, ci è passato davanti un contadino, anziano, a cavallo di un asino che conduceva due mucche legate per le corna. L'anziano indigeno, dallo sguardo allegro e grinzoso, bruciato dal sole e indurito da una vita all'aria aperta, cavalca con tutte e due le gambe da un lato della sella lasciando andare per conto suo l'asino che conosce perfettamente la strada.