Samotracia: tutto il resto

spiaggie e attese

I greci sono davvero dei grandissimi casinisti. La signora Maria, gestrice della nostra domatia, ha fatto pasticcio con i giorni che abbiamo trascorso qui sull'isola e ha cercato di farci pagare una notte extra. Per fortuna abbiamo conservato i biglietti del traghetto e l'equivoco (involontario?) si chiarisce subito.

La bellezza di questa isola è stupefacente. Lungo strade prive di traffico si alternano panorami meravigliosi e spiaggie tropicali, deserte. Ognuna più bella di quella precedente, così per non sfigurare dopo le spiagge settentrionali oggi la costa meridionale ci ha regalato una mattinata da sogno su una spiaggia di sabbia chiara e acqua turchina, chiusa tra due piccoli promontori distanti un buon chilometro, sole caldo e mare che invita a tuffarsi.

Chiudiamo la mattinata con una visita alla taverna in fondo alla spiaggia, dove facciamo fuori un piatto di pesce fresco alla griglia, ottimo come al solito da queste parti. Il proprietario ci accoglie, come è consuetudine, sotto le piante fresche all'esterno e ci accompagna in cucina per mostrarci e farci scegliere il pesce.

Reincoccato il nostro ronzante ronzino siamo tornati a fare un po' di su e giù (e non pensate male voialtri!) per le stradine dell'isola immergendoci in paesaggi pieni di cespugli di more e alberi di fichi pronti solo da staccare e mangiare fino al paesello di Profitis Ilias, il più alto dell'isola, con il panorama mozzafiato sul mare azzurro fino all'orizzonte, i profili delle isole in lontananza. Poi una lunga corsa tra Alona e Hora a caccia del tramonte, del sole che si spegne non nel mare ma dietro una qualche isola lontana senza nome.

Ci restano da trascorrere ancora una lunga attesa fino alle 2am, ridicolo orario per il traghetto che ci porterà a Limnos. Girovaghiamo per i locali del lungo mare di Kamariòtisa dove la vita notturna finisce inesorabilmente a mezzanotte, dove tuttavia ci facciamo servire enormi porzioni di insalata con feta e cetrioli, souvlachi e insalata di patate, tanto da riempirci la pancia e saturare le papille. L'attesa è lunga, la serata tiepida, tranquilla con un sottofondo di musica suonata in un locale poco lontano, di fronte al piccolo porticciuolo dove le barche dei pescatori riposano sotto l'occhio verde e quello rosso dei due piccoli fari all'imboccatura della rada.