Odessa (1)

parte prima

Questa mattina il sole e la certezza che farà caldo ci hanno accolto al nostro risveglio. Fuori scorre l'Ucraina e dentro il mio amore dorme ancora sulla cuccetta di fronte alla mia, bella. Ci manca davvero non parlare un po' di russo.

La signora Moldova che la sera prima era così scorbutica ora sferruzza veloce parlando con il ragazzo ceco, la ragazza giovane sul letto di sotto mangia e i ragazzi poco oltre sono, come noi, ancora a letto. La promiscuità viene interrotta da lenzuoli tesi per permettere alle donne di cambiarsi in privato, comunque l'intero vagone è molto tranquillo e silenzioso: ne i bambini ne gli adulti fanno alcun rumore, poche sono le chiacchiere e comunque molto sottovoce.

Le fermate del treno sono sempre molto lunghe: decine di minuti anche in posti apparentemente insignificanti come Katores: 20 minuti di sosta. Almeno, c'è il tempo per scendere e fare compere presso le signore che vendono di tutto lungo il binario. Questo vagone farebbe la gioia di qualsiasi appassionato ferroviario: infissi in legno, tendine di pizzo e l'aria di una stiva di nave lo etichettano come vecchio. Il fatto che venga usato ancora oggi ci conferma che siamo nell'est e che la gente qui non è tanto vandala come da noi. Tralasciamo giusto sullo stato dei bagni: non so se sia più disgustosa l'acquetta che ristagna giallognola sul pavimento in varie pozzette o l'aspetto incrostato di nero nell'asse. Almeno il lavandino è pulito ma con l'acqua che ne esce non ci si lava nemmeno i denti.

Arriviamo la mattina a Odessa, troviamo in centro il primo vero supermercatto con prodotti occidentali e prezzi da discount italiano. Ci impressionano le guardie armate all'ingresso dei negozi di elettronica. Eccetto i famosi gradini della scalinata resa nota dal vechcio film "la corazzata Potemkin" (o come si scrive), Odessa è la rimini dell'Ucraina. Grande vita notturna lungo le strade centrali, ragazze svestite molto in tiro, locali sovraffollati, birra che scorre. Ci provano a fregare in hotel dove ci danno una stanza per 200uah poi ci dicono che si sono sbagliati e costa 280uah, che ci rifiutiamo di pagare finendo in una altra stanzetta più piccola ma che paghiamo solo 150uah. Poi cercano pure di farci pagare altri 9uah per gli asciugamani usati nella prima stanza e invece guadagnagno solo qualche epiteto da parte mia.

Acquistiamo i biglietti, presso la Eugenia Travel Agency, per la crociera sul mar nero per Istanbul rinunciando definitivamente alla nostra idea iniziale di costeggiare il mare via terra causa carenza di strade e ferrovie. Un assaggio di case cadenti, androni bui e scassati, facciate allo sfascio da cui si intravedono case decrepite ci spingono a ricercare ancora più l'aria ex-sovietica e quindi decidiamo di puntare verso est per i prossimi giorni. In serata ci affidiamo alla guida per cercare un locale carino e economico: atterriamo al Fat Moses che ci rifocilla, nonostante nome e stile inglesizzanti, con una zuppa fredda di verdure e due piatti a base di carne molto tipici ucraini. E' evidente che qui conviene ordinare birra piuttosto che acqua da bere.