Samotracia, nord

amoreggiare in spiaggia

Oggi abbiamo deciso di fare i centauri. Approfittando dei nostri padroni di casa che, oltre alla domatia, hanno anche un affita-auto-moto ci siamo impadroniti di un vigoroso motorino a guisa di zanzarone due tempi, poichè girare quest'isola necessita di un adeguato mezzo di locomozione: adeguato alle distanza brevi ma allo stesso tempo troppo lunghe per i piedi e troppo saliscendi per le due ruote ecologiche.

Le strade asfaltate e semideserte di Samotracia sembra fatte apposta per scorrazzarvi in due ruote, molto Nannimorettiscamente, caschetto in testa e polso sul gas a manetta, 50km/h a soffiare in discesa, sotto il sole caldo e con il mare azzurrissimo sempre in vista.

Più girovaghiamo più ci appare splendida nella sua ricca varietà di diversi panorami: spiagge sassose, pienete e cipressete fresche e ombrose, picchi aguzzi e rocce a strapiombo, selvagge. Lungo la sponda settentrionale ogni curva riserva una nuova sorpresa: sia il rudere di una torre, sia un sito archeologico pre-olimpico, sia una scogliera a picco o una spiaggia dove gabbiani e capre si contendono pesci e arbusti.

Dietro le nostre spalle i 1600 metri di Mt. Ferengi che precipita selvaggio in acqua poco lontano, davanti a noi piatto e turchino uno stupendo mare calmissimo, trasparente, dove non serve nemmeno l'immaginazione per vedere una bella ninfa, un po' sirenica, fare il bagno senza veli e maliziosamente invitante. La spiaggia, totalmente deserta, invoglia relax e sole integrale. Al largo, velata, un'isola turca.

Oziamo pigramente a pochi centimetri dal mare, ci godiamo il trascorrere del pomeriggio sotto il sole con l'occasionale tuffo rinfrescante. Quando ormai il sole abbandona la spiaggia ripartiamo, facendo una sosta a Feonias alla ricerca di una famosa cascata che troviamo immersa nel frwco e boschivo ambiente di un canyon, nascosta nell'incavo di un laghetto alpino al livello del mare. Stupendo.