Ovest di Yalta

Swallow Nest, Ay-Petri, Alupka

Partiamo, questa mattina, alla volta della costa occidentale di Yalta su un battello che salpa dal porto diretto verso Alupka. Prima tappa, Swallow Nest: pittoresco e piccolo castelluccio finto (costruito negli anni '70) scenograficamente appollaiato su un costolone roccioso a picco sul mar Nero, di nome e di fatto. Il castelluccio, assalito da turisti e fotografi dilettanti, altro non è che un costoso ristorante italiano raggiungibile tramite una ripida scalinata circondata da bancarelle colme di ciarpame turistico di provenienza cinese.

Dopo qualche foto d'ordinanza sul pur bello panorama cerchiamo di svagarci un po' con un bagno ristoratore nella vicina spiaggetta ma, gira e rigira, l'impresa si rivela sempre più ardua: il percorso che risale dal castelluccio infatti è blindato come il percorso dei condannati a morte dalla cella (il castello) alla camera a gas (la strada) con le illusioni di libertà (la spiaggia) a pochi passi ma rigorosamente irraggiungibile. Insomma la spiaggia è accessibile solo privatamente da qualcuno dei soliti sanatori in cemento, grigi, che riempiono la costa come colonie estive non per ragazzini ma per famiglie intere.

Ci incamminiamo verso ovest, lungo il bordo della strada immersa nella Crimea costiera circa un cento metri più alta del mare che tuttavia non si vede quasi mai nascosto tra dacie dal parco enorme e sanatori alti dieci piani. Procediamo immersi nel verde, fresco, e approfittiamo di alberi carichi di piccole prugnette gialle molto mature e dolci piacevole contorno a una tranquilla passeggiata: il traffico non è molto fitto, l'aria fresca all'ombra quando non degli alberi degli alti e grigi sanatori.

Dopo circa 4km giungiamo alla funivia per Ay-Petri: uno spettacolo di pinnacoli di roccia e pareti verticali a picco, alto circa 1200 metri. La funivia ci insegna quanto possa essere grande la scortesia e l'arroganza dei russi in vacanza prima di lasciarci su un pianoro vicino alla cima dove l'aria è frizzante e l'ambiente turistico. Da un lato ci si può far fare la foto in compagnia di qualsiasi animale esotico: cammelli, cavalli, orsi, puma, pavoni, scimmie. Tutti rigorosamente veri e vivi. Poi ancora automobili d'epoca, costumi da nazisti e quindi inizia una distesa vasta e fitta di ristorantini dove si può gustare cibo tartaro comodamente distesi sui divanetti bassi, senza scarpe, assieme a bicchieri di vini della Crimea molto quotati in Russia. Zuppe strane, spiedini di carne arrostita al volo con sugose salsine, dolci dalle stane foggie. Dribbliamo abilmente venditori e ristoratori molto aggressivi, incluso qualche figuro poco piacevole e giungiamo all'ultimo ristorantino, quello di Osmanow, che è un cordiale tartaro magro e alto. Il posto è caratteristico: i tavoli piuttosto intimi ciascuno al riparo di un baldacchino in metallo e legno e il padrone si scioglie quando scopre che siamo italiani e non polacchi (come, evidentemente, sembriamo a prima vista). Mangio una specie di kebab a base di cavolo cipolla e carne arrosto poi Osmanow pretende una foto insieme a noi e ci lascia il suo indirizzo per farsene spedire una copia. In tutto ciò si fa aiutare da un collega (che ci offre un giro in cammello) che parlicchia un pochetto di tedesco.

Ridiscesi sulla costa, proseguiamo fino al parco di Alupka, palazzo mezzo scozzese e mezzo arabo, che schifiamo per dirigersi quasi subito su una spiaggia dove prendere un po' di sole e fare un bagno tanto agognato. Il mar Nero, di nome e di fatto, è infestato da una specie di medusa bianca piccolina e innocua. Sulle prime il bagnante italiano si sente incerto: tra l'acqua scura, le frequenti e abbondanti alghe pelose sul fondo e le meduse un po' di diffidenza è naturale. Ma l'acqua calmissima e calda invitano a tuffarsi.

Rientrati a Yalta finiamo vittime di una donna ucraina con figlia che per eccesso di gentilezza ci comprano i biglietti dell'autobus per Simferopoli sbagliando l'orario di partenza, per fortuna un gruppetto di ragazzi giovani ci aiutano a correggere la situazione senza spendere che poche grivnie in più.

La sera è caccia al branco di italiani che girovagano per il lungo mare: un punto a chi li scopre!