Oman: fino a Jebel-Shams

Oman Interno

Oggi il buongiorno Omanita arriva sotto forma del muezzin delle 5.30 sparato a 'muzzo dall'altoparlante come fosse l'autoradio troppo alta di una macchina in sosta. Un buongiorno piuttosto brusco, ma ci permette di vedere con calma il mercato del pesce quattro piani sotto nella piazza di fronte e prepararci per tempo all'incontro con la nostra guida per i prossimi quattro giorni: Ali!

Ali ci si presenta fuori dalla hall dell'albergo come un ragazzo giovane, nero e tutto intunicato nel suo vestito tradizionale omanita con tanto di cordino per il profumo al collo e cappelletto stile kippà un po' troppo cresciuta in testa. Fin da subito ci contagia con l'allegria che sprizza dai suoi modi e dalle sue battute, quasi una premessa per il rapporto che riusciremo a instaurare in questi quattro giorni gomito a gomito.

Tralasciamo i dettagli secondari, come incontrare il tour-operator per saldare l'importo dovuto dove faccio una mezza gaffe cercando involontariamente di superare la sala degli ospiti di casa sua: avrei rischiato di incontrare le sue donne di famiglia senza veli e ciò ; sarebbe stato molto imbarazzante per tutti. Nota che per "senza veli" si intende a capo scoperto, che cosa credevate?! Partiamo subito alla volta dell'Oman a bordo della Toyota 4x4 4500 EWT, potente e grosso mezzo di trasporto che si dimostrerà all'altezza del percorso in programma.

Davanti ai nostri occhi inizia a scorrere l'Oman.

Ai confini di Muscat, la Qaboos Grande Mosque, gigantesco capolavoro di architettura moderna, constile classico, capace di ospitare solo nella sala principale oltre 7500 fedeli (maschi) a pregare e oltre 20.000 tra le sue mura, compresa la piccola sala di preghiera per le donne. Giganteschi lampadari di cristallo, marmi italiani, soffitti dalle travi in tek e porte massicce finemente intarsiate: difficile immaginare maggior sfarzo per una moschea moderna, il sultano non ha davvero badato a spese e l'effetto è spettacolare.

La valle di Nizwa, con la strada dritta che attravera il panorama desertico miracolosamente interrotto negli avvallamenti abitati da fitte distese di palme da datteri, verdi e rigogliose. Intorno, abbarbicati, deliziosi paesini dalle casette color sabbia e pietra.

Nizwa, l'antica capitale del sultanato dell'Oman, città tutt'oggi tradizionalista e conservatrice, famosa per il Souq (che non avremo il tempo di vedere, alla fine) e per la bella fortezza circolare, la più grande e meglio restaurata del paese, memoria della passata potenza Omanita benché non abbia mai sostenuto un assalto. Arricchita oggi dalle ricostruzioni storiche nei vari ambienti, c ucina, stanze dei pastori Shawi, scuole, attira il visitatore a esplorare i passaggi, le scalette, i terrazzi e gli spalti...

Per chi immagina la penisola arabica come un piatto deserto, dopo aver visto gli emirati, dovrà ricredersi, qui in Oman, salendo sulle montagne verso Jebel Shams, tremila metri di quota, su pareti a picco scavate come ripidi canyon dall'acqua che, quando piove, trasforma il deserto in una miriade di rivoli e fiumi. Ci arrampichiamo per oltre un'ora sulla ripida strada, spesso sterrata, per il campo dove pernotteremo in una lussuosa e comoda stanza con tutti i comfort ma, dopo tanta auto oggi, ci spetta anche una bella passeggiata sul ciglio del canyon al tramonto, per goderci i colori e il silenzio.

Facciamo ancora un passo indietro, a pranzo ci siamo dilettati nel mangiare con le mani: riso con pollo e coniglio e insalata fresca. Su consiglio di Ali siamo andati in un ristorante tradizionale omanita, dove invece dei tavoli ci sono le stanzette foderate di tappeti dove ci si siede (s)comodamente a gambe incrociate e si mangia per terra, dai grossi piatti comuni. Mica facile, diamine, altro che insegnare a usare la forchetta! Paragonare i nostri goffi sforzi alla maestria di Ali è impossibile, ci sentiamo come bimbetti che da piccoli non hanno mai appreso come mangiare

Finirebbe così la prima giornata del nostro tour, se non ci fosse ancora da menzionare la sosta, in tarda mattinata, a casa di Ali (che era di strada per Nizwa) dove abbiamo visitato il suo orto e assag giato il suo caffé omanita speziato e profumato: il migliore di tutta la vacanza. Ovviamente le donne sono rimaste ben nascoste in casa e, al massimo, abbiamo avuto contatti con un paio dei suoi tanti fratelli e qualche bambina del vicinato.

Buona notte Oman!