Suzhou

Suzhou (pronuncia; "suzòu") è una "piccola" cittadina, almeno in senso cinese del termine, a un paio d'ore di treno da Shanghai, famosa per i numerosi giardini ben conservati da visitare. Evitate però di recarvi - come invece abbiamo fatto noi - a Suzhou di domenica, giornata in cui pare tutti i cinesi decidano di svagarsi nel verde. Oddio, c'è da dire che la Cina è comunque affollata in ogni momento e che fiumi di persone sono la norma presso qualsiasi attrazione, quindi forse non cambia poi molto se non i treni super-affollati. Ma anche questi, forse, sono la norma.

In ogni caso ci rechiamo alla stazione del treno di Shanghai, a poche fermate di metro dal nostro ostello, dove ci perdiamo (oops, usciamo dalla metro dal lato sbagliato!) prima di trovare la biglietteria, che in Cina è - retaggio comunista - all'esterno della stazione. Sarà l'unica volta del nostro intero viaggio in cui troveremo uno sportello dedicato agli stranieri dove, almeno apparentemente, il personale parla inglese. Che inglese, viene da dire, ma almeno è qualcosa! Non mi dilungherò oltre su
treni e stazioni in questa sede - ci sarà una puntata speciale del blog dedicata alle ferrovie cinesi - per cui passiamo subito al nostro arrivo a Suzhou.

Suzhou è una gradevole cittadina di 4 milioni di abitanti (un paesello, dopo Shanghai) pigramente adagiata intorno a una serie di canali placidi e, se non fosse per il brutto tempo che continua ad imperversare con uno spesso strato di nuvoloni, ci apparirebbe sicuramente ancora più graziosia. Attraversiamo rapidamente a piedi i sobborghi tra la stazione ferroviaria e l'area dei templi e dei giardini più famosi: la pagoda del tempio nord, la nostra prima pagoda, e il giardino dell'amministratore umile, probabilmente il più grandioso giardino di tutta l'area, oltre al museo di Suzouh dove però non ci fermiamo. Il giardino dell'amministratore umile è sicuramente il più bello, con i suoi vialetti ben curati che di snodano attraverso laghetti e canali pieni di carpe enormi e ben pasciute, costruzioni artificiali in pietra che formano collinette e montagne, il tutto piacevolmente ombreggiato sotto grandi alberi secolari e colorato da fiori di loto che ondeggiano sul pelo dell'acqua. La grazia di questi giardini sta nelle varie zone adattate ai diversi periodi dell'anno, così che i visitatori ne possano sempre essere ammaliati. Oggi, pultroppo, la fiumana di visitatori > riduce un po' il fascino di questio giardini una volta luogo di riposo di pochi eletti, tuttavia la stravaganza delle ambientazioni (navi in pietra al centro dei laghetti?) e gli arredamenti dei vari padiglioni sullo stile delle millenarie dinastie sono tali da farci trascorrere diverse ore a passeggio approfittando del fresco.

Ci godiamo anche la vista sulla cità dalla cima della pagoda del tempio Nord. Benché ci siano "skyline" più avvincenti, Suzhou ci colpisce per la sua semplicià e l'aria da paesino di cintura (4 milioni di abitanti) rispetto a Proseguiamo la passeggiata girovagando per i canali, tranquilli specchi d'acqua scura circondati da casette e attraversati da ponticelli.

Tra un canale a l'altro ci concediamo un paio di strani succhi a base di soia, latte, guinoa, fagioli dolci e poi via, in cammino verso il giardino del "Master of Nets", famoso per essere il più piccolo di tutti i giardini di Suzhou. Nel labirinto dei suoi cortili, piccoli e affastellati, si alternano ancora laghetti, padiglioni arredati e piccole montagne artificiali, così confermando la sua fama di giardino minimo comunque non privo degli elementi architettonici o artistico-giardinieri tipici dei "parenti" maggiori.

Ultima tappa, prima del rientro, prendiamo un taxi per raggiungere la cittadina storica di Tongli, a 15km circa verso sud (costo, da Suzhou, circa 10euro in taxi), vecchio villaggio di pescatori e contadini interamente ristrutturato e accessibile ai turisti occidentali solo nelle ore diurne. E' quindi possibile vagare in questo dedalo di viuzze e canali, tra residenze storiche, musei del'arte locale e negozietti. Mentre ai turisti è vietato rimanere oltre le cinque, i locali ancora ci vivono, donando al posto un'aura di quasi autenticità piuttosto rara in Cina. Ovviamente arriviamo un po' tardi, così non solo inizia a piovigginare ma dobbiamo pure affrettarci per visitare le varie attrazioni comprese nel biglietto di ingresso, tra cui la casa di una ricca famiglia dove è possibile rivivere almeno in parte la quotidianità di un tempo. Le stanze padronali, le stanze per gli ospiti, gli ambienti della servitù, e così via. In Cina, le residenze si sviluppano attorno a cortili aperti, le "stanze" sono padiglioni rettangolari costruiti intorno a cortili quadrati, composti da grandi pareti in vetri e spioventi tetti arcuati, molto caratteristici.

Sulla strada del ritorno troviamo un bus diretto alla stazione di Suzhou, così risparmiamo il pur economico taxi spendendo solo 20 centesimi di biglietto e, sul bus, facciamo amicizia con una giovane coppia di italiani, anche loro in vacanza, ma appoggiati a una serie di conoscenze locali che gli fanno da guida. Facile, però, è un po' come barare....

Al rientro, treno affollato come e peggio dell'andata. Ci chiudiamo in ostello a far fumare i piedi e asciugare tutto il resto: domani si parte alla volta di Nanchino, e ancora non siamo riusciti a mettere in quadro i giorni successivi. Di sicuro sappiamo solo che vogliamo fare la crociera lungo il fiume Yangtse, le famose tre Gole, ma non sappiamo ne se c'è disponibilità, né orari, tempi, nulla. Chiedere all'ostello si è rivelato inutile, tra attese, telefonate e perdite di tempo abbiamo solo rimediato computer guasti e black-out elettrico. Intanto il piano è di andare a Nanchino, stare una notte e trovare un biglietto del treno per Ychang, quando poi arriveremo lì vedremo il da farsi.