Ritorno a casa

E' una serata buia, di quelle invernali quando fa scuro presto e le ombre si allungano. Luca sta correndo a prendere il treno che lo porterà a casa, dopo la giornata di lavoro. Le luci sul piazzale della stazione scacciano bianche le ombre che si allungano a lambire i confini della realtà, e due flussi di persone si scontrano, frantumandosi in mille rivoli di pendolari disordinati, all'ingresso del grande atrio.

La volta ad arco, alta, delimita il grosso rettangolo dove i botteghini delle biglietterie servono le code di pendolari in attesa di tornare a casa. Luca ha un vago ricordo di macchinette elettroniche ma il pensiero finisce presto in secondo piano, visto che evidentemente non esiste nulla del genere intorno a lui. Si mette quindi in coda dietro a una fila di signori in cappotto e cappello, molti affossati dietro giornali aperti.

Tutto intorno il brusio di passi e voci riempie l'aria indaffarata di una giornata lavorativa che volge al termine. Luca attende pazientemente il suo turno finchè, a tu per tu con l'omino dietro il vetro, chiede: "un biglietto per Saluzzo". L'omino inclina leggermente la testa e tutto, intorno a Luca, si blocca. E' un istante, proprio un attimo, quasi impercettibile, ma concreto, reale, in cui tutto intorno a lui diventa un poco più scuro, e l'omino risponde con un'aria un po' perplessa: "signore, non esiste nessuna fermata con quel nome".

"Porca miseria mi sono trovato l'unico ferroviere imbecille di tutti gli sportelli..." è il primo pensiero di Luca, ma insistere non serve e l'impiegato mostra a Luca l'orario ufficiale, dove in bella mostra la linea per Cuneo finisce, appunto, a Cuneo, e Saluzzo non appare nemmeno nell'indice. Dietro di lui, la gente inizia a spazientirsi, mormorare, sbuffare, insomma devono tutti tornare a casa come lui e aspettano di comperare un biglietto, rischiano di perdere il treno per colpa sua.

Luca allora lascia la biglietteria, alla ricerca di un pannello orario, impossibile che Saluzzo non esista, ci torna tutte le sere e tutte le mattine prende il treno delle sei e un quarto, diamine se Saluzzo esiste! Il pannello più vicino si trova dietro un pilastro poco distanze, e Luca vi si affretta di corsa. Lì, tra il regionale per Aosta e l'intercity per Milano, esattamente all'ora giusta, c'è il treno per Saluzzo! Luca fissa il pannello orario con aria ebete, vagamente perplesso, e sta per chiedersi che diamine stia succedendo, quando si rende conto che la scritta con il treno per Saluzzo sta sbiadendo a vista d'occhio, proprio davanti a lui. Allora afferra il quadro del pannello, disperato, cercando di romperne il vetro per afferrare il suo treno, come se potesse così, finalmente, capire, e farlo tornare scritto bello chiaro.

Appena sul quadro non resta che uno spazio vuoto, tra due treni perfettamente normali, Luca si rende conto che sta sbattendo la testa contro il vetro e allora si ferma, si guarda intorno: la gente in coda lo sta osservando, perplessa, chi apertamente, chi da dietro la copertura del giornale. Ricompostosi allora Luca si dirige verso un altro cartello con gli orari, spaventato, perplesso e anche vagamente incazzato: l'idea di un grottesco scherzo nei suoi confronti non è poi così assurda, visti certi amici un po' cretini che si ritrova.

Ma anche il secondo quadro e così anche quelli meccanizzati a parete, mostrano soltanto un buco dove dovrebbe trovarsi indicato l'orario e il binario del suo treno. Luca si guarda ancora intorno, ma nessuno oltre lui pare accorgersi che un'intera destinazione è stata cancellata, completamente, dalla stazione ferroviaria e, chissà, forse anche dalla realtà? E' possibile, forse, che il tessuto stesso del reale sia stato sconvolto in qualche modo? Forse Saluzzo non è stata cancellata solo come stazione ma proprio la sua esistenza stessa dalla realtà? "E se fosse così, anch'io rischio di scomparire dalla realtà?", pensa Luca, "Domani un collega chiederà dove io sia finito e tutti gli altri non si ricorderanno nemmeno chi io sia? e la mia famiglia? è già sparita? o esiste ancora da qualche parte solo perchè esisto ancora io?"

All'improvviso, un annuncio all'altoparlante fa trasalire Luca dal suo treno di ragionamenti: "il regionale per Saluzzo delle 18.45 è in partenza dal binario sette". Luca non capisce più nulla, ma si mette a correre verso il binario sette urtando altri passeggeri, inciampando nelle borse con le ruote trascinate a mo' di coda, quasi finendo sotto dei carrelli elettrici di passaggio. Intorno al binario sette c'è uno strano alone luminescente, è quasi come se tutto il binario con il treno e anche un pezzetto di marciaopiede siano leggermente più luminosi del resto della stazione. Il bordo di questa luminescenza è leggermente increspato, come se i due lembi non combaciassero perfettamente, come se la realtà della stazione non fosse, del tutto, in fase con la realtà del treno per Saluzzo.

Luca è improvvisamente consapevole di emanare lui stesso una leggera luminescenza come quella del binario sette e si affretta, perchè il capotreno gli fa cenno di correre con la mano, già in piedi sul predellino. Luca all'improvviso è terrorizzato, di essere abbandonato lì dall'ultimo treno che va a Saluzzo, che la sua luminescenza venga spenta dal resto della realtà della stazione e lui cessi di esistere, avendo perso l'ultimo legame con la sua, di realtà, quella in cui Saluzzo esiste ed è una meta di pendolari tutti i giorni.

Con un ultimo balzo sale sul predellino, aiutato dal controllore che da l'ok al macchinsita, e il treno parte. Appena chiusa la porta, Luca sta riprendendo fiato appoggiato alla parete, il controllore lo fissa e dice "non credevo che lei fosse ancora lì fuori, sa?", continua "ha corso un bel rischio, questo è l'ultimo treno, per oggi, e lei non sarebbe mai arrivato a domani, lo vedo, è stato proprio fortunato, a salire così all'ultimo." Poi si volta, e si allontana, sparendo oltre la porta divisoria.

Luca non capisce, ma almeno la paura irrazionale sta passando, ora si sente pervaso di tranquillità, è sul treno, torna a casa, ora è al sicuro.

Il treno, intanto, lascia la stazione e scompare nella notte. Saluzzo non esiste, non può esserci un treno diretto lì.