Shopping selvaggio

nel paese dei balocchi

Buongiorno, signori, dal vostro inviato nel paese dei balocchi. Giunto nella terra della liberta' del consumismo dopo un lungo viaggio, ammassato come un animale nella stiva economica di una (aero)nave transoceanica per lunghe ore, il vostro corrispondente estero raggiunge la sistemazione, leggermente squallida e buia ma che ci volete fare con certi rimborsi spese, dove trascorrera' i prossimi giorni, nel continente dello shopping paradisiaco.

Armato di carta di credito e valigiona mezza vuota il vostro coraggioso inviato tentera', in una settimana, di affrontare la solitudine e lo squallore di una vita libera, per la gioia dei tanti colleghi e amici rimasti a casa.

Il vostro cronista si sente solo, lontano dalle persone amate e costretto a chiudersi il giorno in un ufficio cubicolare e la notte in uno sgabuzzino a forma d'albergo (eh, i lussi dei rimborsi spese da fame) ma nella terra promessa dello shopping non e' previsto che uno possa sentirsi solo, triste o magari perfino in preda alla depressione da squallore . Infatti, la soluzione consiste nell'estrarre la carta di credito dalla fondina il piu' velocemente possible puntandola a sorridenti cassieri (ma che c'hai da sorridere che ti pagano poco sopra la soglia della poverta' senza cure mediche ne speranze concrete?) per trasformare noia e tristezza in quel flusso arenalinico che ti travolge mentre entri ed esci freneticamente da mille negozi per trovare l'affare, strappare l'offerta, spuntare il vantaggio di qualche dollaro su una mcchina fotografica, un paio di jeans, un gingillo elettronico grosso modo inutile.

E allora via, a cercare di dare un senso a una vita fatta di fast-food e code in automobile, di corsa tra Macys, Sport Authority, Barnes&Noble, Borders, CircuitCity, Best Buy, Microcenter, rys, Bed Bath and Beyond, Toys'R'Us, Harrys, World Market, Target e il sommo re della convenienza, il mitico Wal-Mart. Dentro e fuori, dentro e fuori con l'automobile (a noleggio) che ruggisce imperiosa in uscita dai parcheggi, stride sulle curve ai semafori, inchioda fumante e aggressiva nello stallo successivo, di fronte al negozio successivo, pronta ad attendere il padrone mentre questi sfila tra gli scaffali e ne esce carico di pacchetti.

Cosi' la giornata scorre e il (pur poco) tempo libero viene annullato facendo shopping, cercando di sostituire soddisfazioni piu' durature con l'effimero appagamento del desiderio materiale, della corsa a comperare che si esaurisce con una frustrazione e un'insoddisfazione maggiore essendo il veloce atto di comprare quello liberatorio, e non il possesso postumo dell'oggetto.

Cosi' non resta al vostro inviato che trascorrere il tempo facendo compere, non per se ma per conto di amici e colleghi back home su cui ha imprato a ribaltare l'attivita' shoppingara altrimenti insostenibile da parte delle proprie ridotte tasche. Cosi' le ordinazioni fioccano, anche perche' lui ci mette la passione nel cercare l'offerta migiore, ma non tanto per i commissionatori quanto proprio per ammazzare il tempo, come un pistolero del vecchio west alla perenne ricerca di un senso nelle distese di terra bruciate dal sole e spazzate dal vento.

Poi, a sera, il vostro affezionato torna nel suo buco buio e triste, solitario, carico di scatole e sacchetti, dove si guardera' intorno sconsolato sommerso dalle cose, oggetti freddi e inadatti a colmare il vuoto dell'anima. Poi, sopraffatto dai problemi pratici (avro' superato i massimali delle carte di credito? Come posso stipare tutta 'sta roba nella valigia? Sara' il caso di comperarne una nuova?), non gli restera'che gettarsi esausto nel letto e cercare sollievo nel sonno, in attesa di un nuovo giorno di lavoro e, poi, di shopping.

buonanotte.