Scorregge di capodanno

riflessioni agresti

Capodanno! L'ultima giornata dell'anno, la prima di quello nuovo. Catartico momento di passaggio da qualcosa che avremmo voluto vivere meglio e qualcos'altro che sappiamo non riusciremo a vivere come vogliamo. Però, nel fare questo passaggio, facciamo scoppiare mezzo mondo, non solo chili di polvere da sparo ma anche qualche mano e qualche occhio. Si sa, sono inconveninenti da pagare, no, per ripulire l'anima e prepararla all'anno nuovo. O, forse, per sbottare via l'anno passato un po' come fosse un cumulo di rifiuto in Campania da bruciare per ripulirsi la coscienza?

Quest'anno osservare la battaglia dall'alto della collina del nostro agriturismo è stato curioso, ci si sentiva un po' come fossimo degli osservatori neutrali di fronte all'europa in preda a un'ennesima guerra mondiale. Scoppi e bombarde, cannonate e fucilate a duecento e settanta gradi tutto intorno a noi, a debita distanza di sicurezza, per un effetto più di botti che di colori, visto che i fuochi istituzionali artificiali sono durati pochi minuti e i petardi il resto della notte.

Ma che ci trovano i nostri connazionali, bambinoni evidentemente un po' troppo cresciutelli, nel far saltare qualche botto, qualche petardo? Forse segni di virilità esplosiva insoddisfatta? O è uno sfogo per cercare, simbolicamente almeno una notte all'anno, di far saltare in aria il vicino di casa che fa rumore la sera, il disgraziato che parcheggia tutto storto rubandoci il parcheggio, il politico che mangia e a noi solo le briciole, il capo che non capisce niente ma guadagna il doppio di te?

Non so, il botto non mi ha mai affascinato, preferisco le cose fatte silenziosamente, preferisco un bacio sotto le stelle proprio a mezzanotte, piuttosto che un altro petardo sparato nell'aria, ma evidentemente non tutti sono della stessa idea e così ci troviamo, il giorno dopo, distese di scatole (si spera esplose) multicolore su ogni piazzola, piazzetta o muretto atto a dare libero sfogo alle scoregge di fine anno, che almeno per queste la maestra non ci metterà in castigo.