Gipsy

navigatore solitario

Quando girate in macchina per strade che non conoscete, in zone dove non siete pratici, quali strumenti utilizzate per decidere da che parte svoltare a un bivio buio e senza indicazioni? Tirereste fuori una consunta cartina stradale con tutte le pieghe rotte dalle troppe aperture e chiusure, con le macchie di caffé sopra, o magari sporgereste la testa fuori del finestrino per identificare la stella polare e svoltare dalla parte giusta, o ancora tornereste indietro fino a quel piccolo bar per chiedere indicazioni alla gente del luogo?

No oggi non più, oggi non esitereste nemmeno davanti a un bivio buio e senza indicazioni ma svoltereste pieni di fiducia nella direzione che il vostro navigatore satellitare vi ha suggerito, perentoriamente, qualche decina di metri prima "a 200 metri, svoltare a destra" e poi "svoltare a destra (cretino)".

Oggi, davanti a un bivio che indica "Torre a Castello" a sinistra, voi svoltereste a destra perchè così dice il vostro Gipsy per raggiungere, appunto, "Torre a Castello". Oggi, girovagando tra le strade facendo assurde svolte in punti improbabili su percorsi cervellotici vi chiederete ma come facevamo quando Gipsy non c'era? Probabilmente, avreste scelto una strada più semplice e diretta o, in tutta franchezza, non avreste mai abbandonato la statale per quella sterrata ripidissima ma che vi fa risparmiare trecento metri di strada su venti chilometri.

Vabbé, se non avete mai usato un GPS non sapete di cosa sto parlando, ma visto che a caval donato non si guarda in bocca, nelle appena pultroppo finite vacanze di capodanno ci siamo lasciati guidare dal nostro Gipsy nuovo nuovo per le colline Toscane tra Siena e Arezzo, rigorosamente impostando "evita strade principali" e accettando anche le strade sterrate. Per quattro giorni ci ha portato attraverso affascinanti paesaggi acquerellati di campi e cipressi sfumanti in foschia a distanza, sul ciglio delle colline per stradine arrotolate panoramicissime, senza un'auto in vista per chilometri e solo casolari vecchi di secoli a intervallare la natura intorno a noi.

Certo, ci siamo anche trovati di fronte a strade ancora in costruzione che finivano contro un bulldozer minacciosamente parcheggiato, o a svoltare su sterrati improponibilmente ripidi e sconnessi, oltre che percorrere contorte viuzze di campagna nel buio girando per stradine misteriosamente senza indicazione e scegliendo, puntualmente, ad ogni bivio la ramificazione meno credibile per raggiungere la nostra meta.

Quindi la suadente voce di Gipsy ci ha accompagnato tra Rapolano, col suo grazioso borgo medioevale racchiuso dalle mura e arroccato sulla collina, Asciano con la sua pasticceria, Montepulciano, la splendida abazia di Monte Oliveto Maggiore dove i monaci amanuensi ricopiavano e ricopiavano i codici, Montalcino famoso per il suo Brunello, Arezzo con le sue chiese e le sue piazze medioevali, poi la scassatissima superstrada per Ravenna, circonvallata a favore delle valli di Comacchio, delle distese di acqua e dei canali dal Trepponti famoso a Chioggia, piccola Venezia (see, ma dai...) a quella vera, di Venezia, dove abbiamo riconsegnato l'auto per immergerci nella magia della città più romantica e fotogenica d'Italia.

Maggiori dettagli, nelle prossime puntate. Ora scusatemi, ma tra duecento cinquanta millimetri devo svoltare a sinistra, o Gipsy di arrabbia e con voce irosa si mette a ricalcolare il percorso dalla scrivania al letto.