In piscina

Tipi e stereotipi

Ah, l'immaginario comune! Quello, per capirci, che accomuna e generalizza, quello che trasforma tutti i francesi in sciovinisti, tutti gli americani ni grasse botti un po' sempliciotte, e così via.

Ad esempio, consideriamo i nuotatori: baldi fusti, giovani, lisci e muscolosi, spalle larghe e fisico triangolare col sedere piccolino e le gambe lunghe. Prestanti atleti, nell'immaginario comune, dediti a mulinare acqua e costruirsi muscolature degne di questo nome.

Veniamo ora alla realtà, e cerchiamo, con acutezza e un certo occhio sardonico, immergendoci in una fantomatica piscina immaginaria ma ben calata sul modello di una delle tante (mai sufficenti) piscine comunali, tre euro l'ingresso per il nuoto libero due ore, che popolano lo scenario urbano di certe città del nord.

Affollati tra le corsie della piscina, panorama ben diverso da quello del sodio nella famosa pubblicità dell'acqua minerale, ci sono molti personaggi del tutto particolari, perchè quando l'uomo di sveste sotto alle magliette della salute e i jeans si celano le cose più improbabili, le pance più assurde, i peli più incredibili.

C'è qualche ragazzina giovane giovane, spesso con il costume colorato del mare, spesso con una o due amiche compagne di scuola, per scappare dal controllo della famiglia almeno qualche ora e per anticipare, almeno nell'immaginazione, il mare prossimo venturo. Appena l'anno scolastico finirà.

C'è la silenziosa nuotatrice, giovane anche se non così tanto, che senza spruzzi, senza dar fastidio a nessuno percorre decisa le sue lunghezze per tenersi in forma, per sentirsi meglio con se stessa, per mantenre l'equilibrio con lo spirito del mondo.

C'è il gruppetto di siamo-ancora-giovani ormai over trenta che perde tempo a fondo vasca, apparentemente per aggiornarsi su qualcosa ma in realtà per prendere fiato dall'ultima vasca che in realtà la piscina del sabato serve per far finta di tenersi in forma, e guardare qualche ragazza carina che tanto di baccagliare non se ne parla: o da troppo pedofili, o da troppo disperati, o non ti caga.

C'è il pelossissimo nerobruto con croce spessa due dita intorno al collo, immerso fino ai capezzoli, che si osserva intorno, cupo, con gli occhi che sporgono dalle sopracciglia scure, con il peloso tappetino di peli sul petto che galleggia in ordine sparso sul pelo dell'acqua clorata.

C'è la coscenziosa balenottera d'età indefinita che, piena di buona volontà, affiora tra una bracciata e l'altra percorrendo con una costanza ammirabile la corsia, da un capo all'altro, per un'ora precisa, lentamente, ma inesorabilmente. Sempre pronta a un sorriso, felice del sollievo alle ginocchia che l'effetto antigravitazionale dell'acqua le dona.

C'è il panciuto grezzone che spruzza tutti con tonfi sgraziati e scoordinati, urtando quando possibile gli altri natanti tutto impegnato a spalare l'acqua manata dopo manata fino, tutto ansimante, a raggiungere l'altra sponda pure metaforica proiezione di qualche obiettivo irraggiungibile della sua vita.

C'è il signore col barbone un po' brizzolato, arte di quella mezz'età che ancora non ha raggiunto la mezza età, alla ricerca di un modo di smaltire la pancetta senza rinunciare alla pastasciutta. O, almeno, un modo per sentirsi meno in colpa verso il giro vita leggermente abbondante, dice lui, orrendamente debordante, dice lei, ma cara che ci vuoi fare, ma caro perchè lo vuoi ancora fare? Quindi, piscina di corsa.

C'è la coriacea e decisa signora anziana, ben convinta di mantenersi in forma per, se non proprio raggiungere, almeno inseguire una giovinezza di certo non rimpianta. Piuttosto, una consapevole lotta senza quartiere per mantenere l'autonomia, la dignità, il rispetto di se stessa.

Si, c'è anche l'occasionale nuotatore serio, con le pagnotte al posto giusto e la testa che scatta all'istante migliore per prendere una boccata d'aria tra una bracciata e l'altra, ma per trovarlo occorre tanta pazienza, possibilmente un po' di fantasia.