Sproloquio sulla Felicità

E' incredibile come la felicità si accontenti delle piccole protuberanze della nostra vita per arrampicarsi su di noi e stringerci la mano. Magari basta una piccola speranza, magari bastano poche parole giuste, magari basta un risultato inaspettato, ed ecco che riceviamo una carica di energia positiva, vediamo il mondo (per piccolo o immaginario che sia) aprirsi davanti a noi, e ci sentiamo come se potessimo saltarci dentro a piedi pari e realizzare tutti i sogni. Almeno, qualcuno.

La felicità può essere anche trasmessa, non solo da un banale bacio di Popeyana memoria, ma alle volte l'energia prende proprio corpo e viene trasmessa dalle parole, dai gesti, dall'animo stesso. Quando è sincera, emerge senza possibilità di contenimento, tracima dal possessore e invade come un'inondazione inarrestabile le persone intorno, cogliendole impreparate il più delle volte ma donandogli un'energia e uno spirito, benchè mediamente di breve durata, rinvigorente.

Spesso, basterebbe che ci fossero un po' più di persone felici intorno a noi perchè una giornata in ufficio, o a scuola, o a casa, sia speciale. Però impegnarsi a essere felici non serve, altrimenti saremmo forzati e finti, invece la felicità è spontanea e fresca. Forse, la verità è che non c'è nulla da fare e occorre farne tesoro di ogni piccola fonte, cercando di diffonderla il più possibile. Ma non è sufficente.

Ah, dimenticavo, l'altra caratteristica della felicità è che dura poco. Presto, passa e scompare lasciandoci in una pozza di sconforto profonda quanto era alta la cima di felicità che avevamo scalato solo poco prima.

Così, tra un'altalena di un su e giù più metaforico, decisamente, di quell'altro su-e-giù molto concreto che punteggia le parole di molti, ma solo in maniera inversamente proporzionale i fatti, la vita nella grossa metropoli continua tra una morsa di umida e fredda nebbia mattutina e una incredibile infilata senza soluzione di continuità di cieli che più blu non si sono mai visti, perlomeno in questa pozzanghera padana.

Le auto continuano a fare le code ai semafori, gli autobus a strombazzare contro doppiafilisti incalliti e i ciclicsti a schivare portiere improvvise e automobilastri distratti. Il ciclo di notte e giorno, sonno e lavoro, parole e carezze, continua senza sosta, implacabile, e alla fine rimaniamo solo noi con i nostri sogni e le nostre speranze.

Che, per fortuna, qualche volta di avverano e allora diventiamo noi quella piccola fonte miracolosa di felicità e potremo a nostra volta contagiare chi ci sta vicino, chi ci vuole bene, e anche chi incontriamo per i casi della vita solo un momento.

Quando succede, ragazzi, che bello vivere, amare e sognare! A qualsiasi età.