A pattinare

gioie e dolori invernali

Le gambe malferme, i piedi che scivolano da tutte le parti, e ai piedi due sottilissime lame d'acciaio fatte apposta per trasformare l'uomo (e la donna), noto animale terricolo e pedestre, in una scheggia slittante e pericolosa che sfreccia, cercando di farlo sulle lame e non sul sedere, per distese bianche e lisce, spesso però ovali e dense di altri elementi pattinanti più o meno capaci intorno.

Ah, meraviglia di una tecnologia vecchia di secoli dalle originali lame di legno alle moderne in acciai sempre più scivolosi e sopraffini. Ah, divertimento di grandi e piccini, di piroettanti fate agili e veloci e di impacciati pinguini che zampettano agitando le braccia concentrati sulle proprie zampe lamate per evitare chiappate a terra, che fan più male all'orgoglio che all'impatto.

In questa strana stagione autunnale gennaiola, dove curiosamente fa più freddo dentro che fuori, del palazzetto con la pista ghiacciata, per trovare un briciolo di inverno non resta che rifugiarsi con i pattini ai piedi e cercare di stare in equilibrio, giro dopo giro, sperando per il meglio e faticando ora sbilanciandosi indietro, ora affrettando i movimenti in avanti, fino a trovarsi non si sa bene come con la faccia a guardare indietro solo perchè un piede ha deciso, di testa sua garantisco, di girarsi dalla parte sbagliata.

Gioia poi, alla chiusura, quando si tolgono i pattini duri e scorticanti, per rimettere scarpe più aderenti (al suolo, non ai piedi) e quindi ricercare l'equilibrio terricolo che da così tanti millenni accompagna la nostra specie.

Però, è divertente!