Domenica di nebbia

E' mattino, nella grande città provinciale del Nord, la nebbia fittaavvolge i palazzi come una coperta e morbida ma fredda trasforma gli otto gradi in un freddo umido che penetra attraverso i pori della pelle del giubbotto e inzuppa il maglione sotto fino al corpo, che rabbrividisce. Lontano, sulle lunghe strisce d'asfalto echi di tonfi che fanno felice la Fiat, ma qui nella città che dorme ancora in una domenica mattina ovattata e bianca il silenzio pervade le strade e la poca gente che si avventura, coraggiosa, per correre o pedalare la propria salute sfida pali che sbucano all'improvviso dal bianco e schiva buche nell'asfalto martoriato del parco più vicino.

Sono proprio queste le giornate che esaltano e giustificano il titolo indiscusso di Grande Palude Padana, quelle giornate in cui l'umido trasuda dal suolo e da qualsiasi superfice pervadendo l'aria e gli spazi, frapponendosi tra gli essere viventi e il loro normale modo di vedere la realtà. Sono queste le giornate in cui l'umido si compatta sulla città, in cui solo gli uccelli più coraggiosi riescono a spuntare sotto il sole e a vedere li cielo azzurro, solo chi si sveglia la mattina con sufficente coraggio per non tornare di corsa al caldo sotto le coperte e si incammina cercando di lasciarsi dietro la pianura può scoprire, in realtà, la stupenda giornata che si consuma poche decine di metri più in alto.

Così, tra boschi dai caldi colori autunnali, sentieri coperti di belle foglie rosse e mistiche atmosfere da boscaglia celtica la collina della grande città conduce i coraggiosi dalla foschia al sole tra sentieri, boschi e carrarecce. Con un poco di buona volontà un paio di scarpe che non temono il fango a due passi dal centro della grande città si può godere di una insolita mistura di natura e insediamenti umani, gruppuscoli di casali, minuscole stradine asfaltate circondate di alberi da frutto e muretti alti con la vite sopra, chiesette vecchie di secoli a testimoniare, come pietre miliari, una storia fatta di contadini e gentili in villeggiatura. Oggi, dimenticata dai più resta una tranquilla zona residenziale per chi può o vuole permettersi di fare il pendolare per la città, neve e gelo invernale permettendo, o per pochi amanti della natura e passeggiatori che sempre più la riscoprono percorrendone i boschi, scavalcandone i torrentelli e raggiungendone i punti panoramici dove lo sguardo già affascinato dai mille colori della natura autunnale si apre abbracciando tutt'intorno il maestoso spettacolo delle Alpi, colossali e presto innevate.