Alle Fenestrelle

la visita Reale

Solo quando ci si alza presto e si imbocca la strada per le montagne nelle ore in cui ancora la città dorme il sonno della domenica mattina, presto disturbato da parecchie campane per chi vive troppo vicino a una chiesa, si può godere da queste parti di una giornata estiva dal cielo limpido tutto azzurro. Solo così, o quando raramente tira vento, l'azzurro riesce ad estendersi da direttamente sopra la nostra testa all'orizzonte e nessuno sbuffo bianco naviga l'ampio spazio. La prognosi per la giornata, che puntualmente si avvererà, è di calura afosa aria immobile e ventilatori sul davanzale piazzati di fronte a vecchietti in canottiera bianca mezzi sciolti.

Noi cerchiamo scampo da questo destino fuggendo in direzione montagne, verso sud-ovest, alla ricerca di aria fresca. Oggi il gruppo è arricchito da un collega tedesco, nientepopodimenochè un tenente della luftwaffe, che abitualmente occupa il telefono di fronte alla mia scrivania, un ragazzo mio coetaneo simpatico e sportivo con la moglie in fase di rientro da casa (germania) in serata e un accento italiano buffo: l'inizio delle parole solitamente è giusto ma verso metà già si è perso la direzione e prima di arrivare alla fine la parola ha cambiato completamente significato e comprenderlo richiede uno sforzo degno di un buon dizionario dei contrari e tanta fantasia.

La nostra meta è Fenestrelle, paesello strategicamente posizionato nella piega principale della val Chisone da cui si può avere una buona visuale dei vallichi verso la francia e della pianura alle spalle ragione per cui vi è stato costruita la piazzaforte di Fenestrelle, poco nota solamente per l'incredibile incapacità di valorizzare ciò che abbiamo qui in piemonte. Costruita tra il 1700 e il 1850 la piazzarote si compone di ben tre forti principali; il San Carlo, in basso a 1200 metri di quota, con gli alloggi ufficiali, la chiesa e la polveriera principale, il Tre Denti a mezza quota sui 1400/1500 metri circa forte di sbarramento posizionato a metà valle per impedire l'aggiramento del forte basso da parte di un esercito francese, e il forte Delle Valli posto a 1800 metri di quota con una splendida vista su Pracatinat e tutte le alte cime dell'Orsiera-Cristalliera (3000 metri e oltre) forte di alta montagna dalle dure condizioni di vita ma con un ruolo chiave nella difesa del regno sabaudo. Le tre fortificazioni sono completamente interconnesse da un passaggio coperto, la scala reale che conta quasi 4000 gradini per 600 metri di dislivello, e fortificate da muraglioni a prova di cannone sul lato Francia e diverse batterie, cannoniere e altri ameni suggerimenti a desistere orientati verso un eventuale attaccante.

Premettiamo una cosa essenziale, il forte è stato talmente ben progettato, costruito e strategicamente piazzato che ha funzionato egreggiamente e per questo non ha mai sostenuto un attacco. I francesi hanno sempre preferito tentare lo sconfinamento da altre valli piuttosto che cercare di prendere le Fenestrelle. Difeso da 40 cannoni all'inizio e poi fino a quasi 200, con 1800 uomini di guarnizione e spalmato su tutto il fianco della montagna ci è arrivato oggi, dopo quasi 60 anni di abbandono, in stato di rovina ma da qualche anno è curato con amore da una associazione di volontari che ne sta lentamente rimettendo in agibilità la maggior parte degli edifici. Oggi visite guidate portano curiosi turisti a visitare il visitabile, a scelta si può passare un'oretta sulle tenaglie del San Carlo, oppure tre ore salendo fino al Tre Denti o ancora, come abbiamo fatto noi, partendo la mattina per una escursione lunga la giornata intera arrivando fino al Delle Valli con quasi 600 metri di dislivello in salita, sette ore di racconti, descrizioni e scalini (no, non si fanno tutti i 4000 gradini: per lo più si passa sulle mulattiere di servizio esterne) compreso pranzo al sacco, sole e frescura della montagna.

Ci raggruppiamo poco dopo le nove con una trentina di altre persone, inclusa Molly e Romeo. Molly, una cagnolona tipo labrador correrà su e giù per la fortezza per tutta la giornata alla ricerca di fontane dove tuffarsi e angoli da odorare, mentre Romeo che è il cangoletto della nostra guida Luca sarà più tranquillo e fotogenico e darà la caccia ai camosci solo nell'ultima parte della discesa. Luca ci porta con un buon passo, prontamente sostenuto dallo sportivo gruppo di visita tranne due poveretti che restano sempre indietro e un po' tra i denti ci maledicono tutti, a visitare tutti gli angoli delle varie fortificazioni senza risparmiarsi racconti e descrizioni di come si vivesse alle Fenestrelle duecento anni fa tra freddo, gelo, cibo scarso e scadente e interminabili ferme di quattro mesi al forte Delle Valli, dove temperature invernali di -24C e nessun vetro alle finstre certo non compensavano lo scarso rancio (100g di pane e una gamella di zuppa da tagliare con la baionetta per il freddo) ma trovavno giustificazione nell'affermazione che un mulo valesse più di un soldato, per l'esattezza undici.

Tra una sosta e l'altra risaliamo fino in cima godendo della frescura della scala coperta e dei vari edifici in cui possiamo entrare contrapposta al caldo e al sole che ci accompagna quando siamo a cielo aperto. La scala coperta è veramente impessionante: il serpentone di gradini si perde nel buio dietro e davanti a noi, possiamo solo immaginare come fosse d'inverno con le strette finestre occultate dalla neve alta o con i ponti elevatoi interni sollevati per separare la scala dai forti.

Felici di non essere stati "comandati alle Fenestrelle" nel 1780, rientriamo lungo la mulattiera che, lato Francia, ci riporta al San Carlo con ancora qualche racconto di partigiani e tedeschi che giocano a rimpiattino per 4000 gradini di scala coperta nel '44. Il ritorno a valle si conclude con un concerto e un rinfresco gratuito in onore di una locale manifestazione, degno rifocillamento per i valorosi visitatori del forte di Fenestrelle.