Refendum Costituzionale

vino e pesche

Mentre su internet, panacea dei mezzi di comunicazione e unico canale dove si possa evitare la figuraccia della nazionale, fioccano risultati calcistici invero poco confortanti, rientro a casa attraversando una città surrealmente deserta: strade vuote e autobus che corrono, pochi passanti attaccati con l'orecchio a una radio.

Miracoli di una partita di calcio, visto che è ora di punta. Non è però della partita che merita parlare un po' perchè fior di bocche si sbrodoleranno inutilmente in seguito e poi perchè in questo sonnolento lunedì di mezza estate sono successe cose ben più interessanti come, per esempio, la costituzione del seggio 2342 presso il Comune di una grande cittadina del fumoso nord per lo svolgimento del referendum costituzionale più importante nella storia della Repubblica Italiana fino ad oggi. Ma nessuno se è reso conto.

Cast: il vigile Sergio, quranta-cinquantenne senz'età ben consapevole di che cosa conti nella vita (vino buono, frutta del proprio giardino e quattro chiacchiere in amicizia); il vigile anziano, a due passi palla pensione e una propensione per sproloquio e torcetti al miele; il maresciallo finanziere ansioso di vedersi la partita sul 24 pollici nuovo a casa; la presidente di seggio, bella e precisa, sempre troppo buona con l'elettore che si presenta alle 22.00 con seggio chiuso e vuole ancora votare altrimenti denuncia tutti. Tra gli scrutatori, Piero il meccanico di biciclette improvvisato; Marco il ripescato all'ultimo minuto che rilassato e sempre allegro tiene alto il morale del seggio con la sua silenziosa presenza; Gabriele estroverso aspirante attore pronto a recitare Shakespeare ad alta voce e trovarsi circondato da vigili e militari preoccupati. Forse più per la sua salute che per un attentato al seggio.

Nell'altro seggio, i fetentoni che con l'inganno hanno finito ben cinque minuti prima di noi, la presidente con il suo cagnone enorme parcheggiato fuori sul balcone e sempre il solito set di scrutatori ormai ultra-affiatati. Ma come faranno a farsi assegnare sempre gli stessi?

Le due lunghe giornate passano sonnacchiose tra un votante e l'altro, per lo più concentrati in picchi seguiti da momenti in cui la fa da padrone una fastidiosa mosca che gira gira e rigira nell'aria calda della stanza mentre tutti gli occupanti del seggio oziano chi leggendo, chi mangiando, chi scrivendo bigliettini. Per ammazzare i lunghi tempi morti ci si dedica a un convivio allegro in cui ciascuno mette in comune quello che ha: taralli di un noto supermercato, ottimi torcetti al burro e miele, ciliege e, conquistandosi in posto direttamente nei nostri cuori, il nostro vigile Sergio porta un bottiglione di vino buono e una cassetta di pesche dei suoi alberi.

Domenica è lunga, non succede niente di significativo e pure il finanziere pelato, sconsolato, viene a consolarsi con un bicchierino di quello di Sergio raccontandoci come nemmeno nell'altro seggio sia passata, in tutta la giornata, "fauna" interessante. In effetti, anche da noi di ragazze giovani e carine se ne è viste poche; sarà stato l'effetto giornata soleggiata e il richiamo del mare.

Lunedì le cose migliorano: apriamo la mattinata con una sfilata di brioche provenienti da un provvidenziale e fornitissimo bar della zona. Ben sei di forma differente, dal cannolo al triangolo, e ripieni variegati, dalla crema allo zabaione passando per la nutella. Successivamente, tra sparuti elettori e qualche giovane diciottenne un più per la gioia del finanziere, ci siamo concessi ciliege, canestrelli con il vino, pesche con il vino e ventagli di pasta frolla. Insomma, abbiamo dolcemente ammazzato il tempo.

Come un lungo volo intercontinentale anche le votazioni finiscono e il seggio si è sciolto all'atterraggio delle 15.00 di lunedi restituendoci un po' intontiti a una città completamente fuori di testa che cerca di arrivare in tempo davanti a un mega-schermo per guardare la nazionale.

Del referendum costituzionale, non gliene importa già più a nessuno. Pace al senso civico e dello stato degli Italiani.