Esporte all'tate

Sono alcuni giorni, ormai, che il mondo intorno alla solita città ha preso l'inarrestabile curva verso l'estate con temperature in crescita variabili tra il fresco della mattina presto e il caldo solo leggermente afoso del pomeriggio. I trenta gradi iniziano a diventare la norma per giornate quasi blu, insolite nella grigiura padana abituata a grigio azzurre afose foschie estive.

L'aria sonnecchiosa e il sole sornione promettono giornate sempre più calde e immagini con ascelle di camice sudate, mamme accaldate e cani che cercano l'ombra ai giardinetti per avere un po' di refrigerio pur nel momento del bisogno.

Nessuno può dire che il caldo abbia colto impreparata la città. Da giorni ormai era atteso con il fiato sospeso tra il desiderio di sognare le vacanze su spiagge nostrane e atolli tropicali e la rassegnazione delle settimane ancora lunghe da trascorrere sudando e appiccicandosi ai vestiti. Bene oggi finalmente sta arrivando, oggi per la prima volta di questa nuova estate alle porte il caldo ha fatto capolino cercando con le sue occhiate languide le sue vittime, allungando le pervasive dita ma ritraendosi ancora in disparte la sera in attesa di essere raggiunto dal suo degno compare, l'afa, e colpire quindi senza speranza ignari cittadini e, più in generale, ingnavi membri della grande famiglia urbana tra animali più domestici e meno addomesticati, padroni umani compresi.

Ancora il peggio sembra appannaggio dei giorni prossimi a venire, l'asfalto mantiene la sua consistenza di sempre e il sole se pur caldo non costringe il passante casuale a rifugiarsi sotto l'ombra più vicina trasformando i marciapiedi in campi di minati. Per questo in verità ci pensano già cani e padroni poco educati, ma questo è un altro discorso.

Con il passare dei giorni lungo le strade e sui mezzi pubblici la fauna locale cambia pelle riducendo i centimetri di tessuto, sbandierando gli ultimi ritrovati in fatto di infradito estreme, mettendo in mostra qualche volta paradisi del desiderio ma troppo spesso mediocri aspirazioni fallite.

Arriva l'estate, si accendono i condizionatori negli uffici e sui mezzi pubblici, la città si prepara a quei due mesi di calura e afa che la mettono in ginocchio e al tempo stesso la svuotano rendendola, forse, vivibile e deserta.