Mare e scalini

E' domenica, una di quelle giornate di inizio estate dal tempo incertocome solo un mese irriverente e dispettoso, è maggio, può essere. La decisione presa all'ultimo minuto, scappiamo via, andiamo al mare, puntiamo la prua del treno verso le coste rocciose blasonate e meravigliose della costa ligure tra Camogli e Portofino, piccolo tesoro di equilibrio tra natura e storia umana semplice, spesso solo intonacata.

Saranno i sentieri, invero piuttosto cementificati, o forse i mille gradini, ma non certo la scogliera a picco e le asperità del terreno a tenere lontano casermoni e i brillanti frutti della geniale rapallizzazione di altre zone limitrofe della costa. Il risultato in ogni caso è un prezioso connubbio tra muretti a secco, alberi da frutto, boscaglia mediterranea e mare: azzurro grigio, verde scuro, calmo mosso e increspato, freddo e invernale con le spiagge lavate e maliconicamente deserte o caldo, estivo e ospitale con le rocce coperte di bagnanti a rosolarsi come wurstel di gambe e hamburger di pance.

La nostra giornata riesce a iniziare ben prima dell'albra, sebbene che sia estate e il sole sorga presto, perchè un treno nemmeno troppo sudicio ci scarichi dopo un cambio a Brignole in una Camogli ancora assonnata e minacciata da un cielo bigio bigio aggrappato tutto intorno alla cima del monte di Portofino. Ma certo noi, baldi e giovani (per qualche giorno ancora, vero?), non ci lasciamo intimorire e, debitamente rifocillati di inimitabile focaccia camogliese, partiamo alla volta di San Rocco e di San Fruttuono, piccola gemma che ragigungiamo dopo un'oretta e mezza di scarpagnata per sentieri un po' umidi, brevissimi scrolli di pioggia stile mazzo di insalata sgrullato nel lavandino, e una lunga discesa di quelle che si vorrebbe rotolare giù come salami.

Peccato doverla ripercorrere successivamente in salita, causa mare mosso e battelli all'ancora, per fuggire dalla massa di gitanti in scarponi himalayani e fiatoni da erculee fatiche, ma non prima di aver assaggiato, tu mia bella matta creatura marina, un bagno nella caletta davanti a "Prenotazioni Serali" trattoria estiva e molto pittoresca: il mare mosso e tormentato, il cielo cupo e l'aria sferzante. Ancora non paghi di un ritorno su per la lunga discesa e poi giù per i mille gradini fino a San Rocco giriamo il pennone verso Punta Chiappa, protuberanza rocciosa ruvida e scontrosa dal monte nel mare. Sopra, sparsi come granchi, molti wuster a cercare invano di rosolarsi sotto un sole ballerino e dispettoso: famigliole con mamme panciute, padri impaninati e figli un po' annoiati, solitarie quarantenni che arrotolano pantaloni e maniche di camicia, atletici cinquantenni con i pantaloni leggeri che sbatacchiano al vento fieramente in piedi sulla cima della roccia a osservare la spuma delle onde bianche e rabbiose che ora si ora no scavalcano l'estremità di Punta Chiappa.

Il rientro, dopo tanta fatica e altri mille gradini, non può che coronarsi con un bagno già più serio nelle onde un pò più tranquille del mezzo pomeriggio, sotto un sole un poò meno dispettoso e su una spiaggia sassuta si e poco affolata. L'acqua, fredda. I sassi, appuntiti. Le onde, forti. Però il mio primo bagno della stagione. Anzi, a pensarci bene, il mio primo bagno da un sacco di tempo, e poi al sole ad asciugarsi prima di una dovuta granita e un ultimo pezzo di focaccia da conservare per la cena.

Rientro, trenitalia. La maiuscola sarebbe gratuita. Si vede che con l'estate sono spuntati anche i Boy Scout: tra i gruppi di Alessandria e Voghera una piccola combricola di lupetti, agnellini e simili appellativi animali con i soliti pantaloncini corti e le mollette appese alla sciarpina rossa (comunista?).