Democrazia in atto

ai seggi

Il giorno sabato 8 aprile 2006 si è composta la sezione elettorale n.4312 per le elezioni politiche 2006 (EP 2006): verso le 16.00, con il solito comodo margine tipico degli appuntamenti, anche istituzionali, all'italiana, sei persone si sono ritrovate per formare "l'adunanza" come viene chiamata dagli edotti verbali elettorali (in sestuplice copia).

Quattro gli scrutatori, che in teoria secondo la nuova legge elettorale sarebbero dovuti essere stati scelti dai partiti ma che in realtà sono tutti e quattro risultati li per caso: Ruben, un po' svogliato e addormentato inizialmente preso per agitatore politico poi smentitosi autonomamente, Silvia dall'aria simpatica attenta a quello che succede precisa e ordinata, Nicoletta alta alta e timida futura mamma sicuramente molto dolce, Grazia, chiacchierona e tipica so-il-fatto-mio subito eletta vicepresidente per le sue trascorse esperienze in simili circostanze, invero preziosa per diversi consigli pratici, nonostante una poco appropriata caduta di stile alla fine con dichiarazione esplicita delle proprie preferenze elettorali.

Una la presidente, bella e super. Super in tutto: preoccupata, di fare errori, pignola, per evitare errori, attenta, per tenere sotto controllo tutte le possibilità, rigorosa, per essere imparziale e corretta. Carica al massimo dei giri come una molla pronta a rompersi, sempre in pieno controllo della situazione, non si è presa che pochi minuti di riposo in quarant'otto ore filate.

Uno il segretario, un po' fuor d'acqua tra le sei copie dei verbali e il burocratese, alquanto fuso (d'orario) ma pieno di buona volontà inizia a scartabellare la massa enorme e informe di buste bustone verbali estratti tabelle riassuntive moduli fogli foglietti e liste. Perso nel pallone più totale al lunedi mattina, cristonando dietro la necessità di descrivere a parole, in quadruplice copia, tutti i simboli delle liste elettorali uno per uno.

La mattina dopo si aprono i giochi, iniziano le votazioni mentre il magistrale staff del seggio si dispone con ordine tra i tavoli della registrazione, le urne alla distribuzione delle schede, all'ingresso per regolare il flusso invero abbondante di elettori. Tempo qualche ora e il clima inizia a rilassarsi, mentre le mani veloci sempre più pratiche nei gesti da ripetere circa settecento volte per scrivere nomi e distribuire schede si muovono con crescente esperienza, ben presto si inizia a scherzare e chiacchierare mentre vengono scartati i panini e i biscotti per il pranzo.

Il giorno dopo, ultimo delle votazioni, la stanchezza si fa sempre più pressante ma viene adeguatamente sciolta da un sapiente bicchierino di barbera del simpatico e gentile vigile urbano a guardia del seggio, che ben più esperto di tutti i presenti sa quando proporsi con spaghetti al pesto-fatto-in-casa e vino, cucinando nella classe quinta elementare al piano di sopra su un fornelletto giustamente in dotazione ai vigili per queste eveninenze.

Le due giornate di votazioni trascorrono così, lunghe e lente, punteggiate solo da un paio di occasioni sgradevoli: l'elettore italo-francese che non può votare per alcune modifiche dell'ultima legge elettorale e la dolce famigliola che non riesce a salire le scale e lancia bestemmioni e improperi verso gli innocenti membri del seggio; e un paio di occasioni ilari: l'elettore giovane che si fa spiegare per filo e per segno come votare, come apporre il segno e quindi dal segreto della cabina emette un urlo più o meno sgomento e chiede una gomma per cancellare (in alternativa a una scheda nuova), e i bambini più o meno piccoli da intrattenere fuori delle cabine mentre i genitori si dedicano all'attività principe della democrazia.

Chiusi i seggi inizia il bello. Le schede vengono estratte dalle urne nella debita sequenza e scrutate attentamente da tutti alla ricerca di croci e segni strani, quindi assegnate ai vari partiti e ricontrollate una seconda volta alla ricerca di errori e sviste precedenti. In quest'ultima fase l'adunanza perde parte della propria serietà scadendo in affermazioni politicamente poco imparziali, non venendo tuttavia meno all'imparzialità dovuta alla carica: infatti vincerà, per entrambe le camere, lo schieramento politico opposto a quello rappresentato dai presenti nel seggio. Nessuna scheda contestata, solo un voto annullato per evidente riconoscibilità.

Originale l'assenza totale di rappresentanti di lista appartenenti alle forze politiche che nei giorni precedenti alle votazioni si sono tanto sbracciate nel temere brogli elettorali: certo se tali denunce di brogli avessero avuto un fondo di verità si sarebbero fatti vedere al seggio. Invece, così come è stato confermato dal ministro dell'interno attualmente ancora in carica e come si è dimostrato in pratica se di brogli ce ne sono stati si tratta di numeri irrisori anche in confronto all'irrosoria differenza di voti ottenuti dai due schieramenti.

Si conclude quindi un esercizio di democrazia nel suo complesso ben riuscito. Speriamo ora che chi governerà dimostri una buona volta senso civico e istituzionale adeguato alla carica che andrà a ricoprire.