La fine olimpica

si torna alla normalità

Come volevasi dimostrare sono bastati un paio di giorni, anzi a voler essere proprio precisi proprio due, per marcare la fine dell'evento olimpico che ha portato a Torino la fama e la ribalta della scena internazionale sottolineata anche dalla fischiatissima presenza di un premier alla cerimonia di chiusura.

Si può liquidare come gossip, anche perchè in aria di par-condicio mai vorrei inavvertitamente avvantaggiare una parte politica sull'altra, la scenetta dei fischi globali che tale premier si sarebbe buscato appena entrato nello stadio. Nella versione televisiva del grande show di chiusura delle olimpiadi invernali certe cose, giustamente, non vengono mostrate ma vari conoscenti che avendo prestato la loro opera volontaria erano presenti in loco concordano, indifferentemente dal loro schieramento politico, nell'ovazione denigratoria del pubblico. Gli italiani memori della scarsa considerazione rivolta negli anni se non addirittura le ripetute decurtazioni dei fondi all'evento torinese da parte del governo, e gli stranieri (edotti dai nostri compatrioti se non già a conoscenza del soggetto) a ruota pare che si siano lanciati in una nuova gara olimpica: chi fischia più forte.

Al culmine, una nuda bionda procace avrebbe addirittura tentato un giro dello stadio vestita solo di un cartello che recitava: "mi consenta". Anche questa scena rigorosamente tagliata dallo show, giustamente dato l'orario poco consono, per via delle attenzioni che si sarebbero erette nel pubblico domestico, distraendo dal vero evento: la fine delle olimpiadi.

Beh, dopo due settimane in cui Torino ha creduto di avere finalmente sfondato ne gotha delle grandi città europee, tutto quello che resta del grande evento sono gli operai che smontano molte delle grandi strutture e poche altre ancora in loco per le prossime para-olimpiadi.

In effetti a ben guardare in centro si possono ancora trovare delle persone ferme con una cartina della città sotto il naso: una visione decisamente inconsueta per una città abituata a pensare ai turisti come qualcosa che capita a Roma, Firenze, magari pure ma incomprensibilmente a Milano, non qui. Per la gioia di molti e il dispiacere di qualcuno, Torino è tornata ai ritmi di sempre. C'è di nuovo affollamento sui mezzi pubblici, gli studenti sono tornati a scuola, il centro è di nuovo vuoto il lunedi sera dopo cena e i TG hanno smesso di citarci anche se solo nella sezione sportiva.

Ah, e da un paio di giorni il TGR intervista commercianti e albergatori del circondario che si dichiarano mediamente piuttosto insoddisfatti per il volume degli affari olimpici, decisamente non in linea con le aspettative. Sarà che i prezzi si sono un po' montati la testa e son partiti alla volta di una medaglia d'oro? Su questo punto, gli stessi intervistati, sono decisamente più vaghi.

Ah, che Torino non sia ben convinta di essere nel gotha delle grandi città europee poco importa, i Torinesi sono sicuri che lo sia: ben più bella di Parigi, e poi si sa che il vero potere è nelle mani di chi sta in penombra.