Il signor Ciciberto

Incontri al ristorante

Uno dei clienti abituali dell'albergo è il signor Ciciberto. Viso rotondo, ciuffo da riporto a coprire la fronte e una cinquantina d'anni portati decentemente tra un doppio petto beige ben riempito e una pugliesità che emerge tranquilla e inconfondibile. In comune abbiamo le chiacchiere e le confidenze del signor Piero, padrone dell'albergo, e gli aperitivi sorbiti davanti a una ciotolina di noccioline, patatine fritte e cecina come si usa da queste parti.

Questa sera, complici le troppe cene solitarie tipiche di un frequentatore abituale di alberghi, mi ha invitato a condividere un tavolino confinante al suo dal solito Giovanni, il nostro ristoratore di fiducia, così per scambiare qualche parola con una faccia già nota.

Mentre Giovanni di la in cucina rimesta tra sughetti e fritture, mentre la moglie pagaia tranquilla tra i tavoli da un cliente all'altro, la conversazione con il signor Ciciberto naviga tra i bassi fondali di circostanza sulla qualità del cibo di Giovanni, l'ospitalità dell'albergo, e i commenti sul signor Piero: vissuto cetaceo del pleistocene dalle mille esperienze e tanta voglia di raccontarle, ma severo e privo di comprensione verso il figlio.

Con gli avambracci appoggiati al tavolo, coltello e forchetta in mano che saliscendono tra piatto e bocca e un inconfondibile accento pugliese la conversazione vira sull'essere lontani da casa, tra figli ormai grandi in giro per la penisola e la moglie rimasta a presidiare la casa nella natia suola dello stivale. Tra nostalgia e un po' sensi di colpa il primo lascia il posto al secondo e contorno: insalata verde e scaloppine al limone, leggero preludio da concludere, fuori stagione, con una coppa di fragole e gelato. Almeno si spiega in parte il bottone del doppio petto in tiro.

Approfitto di una deviazione sulla rotta costante della moglie di Giovanni, l'agguanto per la pagaia e mi faccio portare una arancia, salutare e di stagione, ma il signor Ciciberto si è già alzato e di bolina si dirige verso una passeggiata serale per beneaugurarsi il sonno e convincere la cena giù per la sua strada naturale.