La nutria

incontri inaspettati

Anche in mezzo all'inverno capitano di quelle splendide giornate che potendone approfittare ci si può pigramente godere il sole caldo in un angolo riparato lasciandosi appisolare cullati dal tepore dei raggi e dall'aria calma.

Dopo la grande tempesta un paio di giornate così sono una benedizione di cui sfruttare ogni possibile minuto che si sta all'aria aperta. Così si possono anche fare incontri inaspettati e curiosi come quello che mi è capitato ieri pomeriggio mentre percorrevo, beandomi al sole, un tratto della strada perimetrale che, fiancheggiando la recinzione esterna della base, conduce dai nostri uffici all'hangar della manutenzione.

Tra la scassatissima strada mezza coperta di asfalto e mezza di buche che fiancheggia il perimetro della recinzione e separa il resto del mondo corre un canale d'irrigazione, di quelli dritti e precisi largo pochi metri dall'acqua sempre così immota che vi si specchia dentro l'erba che cresce rigogliosa e incolta sulle due sponde. Questo canale è un piccolo ecosistema degno dello stagno studiato, per memorie d'infanzia, alle elementari. Le erbe alte i rari ma non radi cespugli di canne, e i canaletti di scolo che dovrebbero, anche se con scarso successo, drenare la base dell'acqua piovana conferiscono al canale un'aria di quel selvaggio che si trova solo ai bordi della cosiddetta civiltà umana, dove asfalto e cemenmto lasciano il posto al verde che non interessa a nessuno, dove nostra sorella la natura si riappropria di uno spazio che a noi esseri umani non interessa più di tanto.

Camminavo tranquillo, consapevole dei fruscii e dei suoni che ogni tanto si sentono paralleli al mio procedere causati da forme di vita più o meno palmate o impiumate che si affrettano a nascondersi prima che le possa vedere,, e anche consapevole delle piccole onde circolari che ogni tanto si vedono sull'acqua altrimenti immobile del canale necessariamente causate da qualche abitante della zona che si è immerso in fretta e furia, quando all'improvviso mi sono bloccato e mi sono girato per fissare un paio d'occhietti, appartenenti a una faccina allungata e perplessa, che mi osservavano immobili anche loro dall'altra parte della recinzione. Siamo rimasti così per parecchi secondi intenti a scrutarci a vicenda, lui da me con curiosità dettata dall'inusuale vicinanza e io da lui con curiosità dettata dalla speranza di dimostrarmi fonte di cibo. Dietro la faccetta buffa un corpo degno di un cagnolino di piccola taglia e una coda piuttosto massiccia catalogano l'animale come una nutria, specie via di mezzo tra un ratto di notevoli dimensioni e un castoro urbanizzato, denti e muso da roditore benevolo e corpo da topastro di bouna taglia.

L'incontro, fugace, si è concluso con il sopraggiungere di una motocicletta che ha messo in fuga l'animale: con un guizzo e un tuffo si è trasformato in una piccola serie di ondicelle circolari nel canale poco distante.