Silenzio e gioia

cronaca di un weekend

Tanto si parla del potere delle parole, poco o nulla si dice del potere dei silenzi. Silenzi pesanti come vecchi palazzi, abbandonati, foderati di quadri a memoria di vite che sono finite da tempo, silenzi di circostanza a cena in famiglie che invece di parlarsi fanno parlare la TV, silenzi carichi di aspettative un attimo prima che inizi lo spettacolo a teatro, silenzi surreali nelle serate di agosto quando le città sono deserte, ma anche il silenzio complice carico di affetto di due amici che si vogliono bene.

Il gesto del silenzio è l'abbraccio, il suono del silenzio è il battito del cuore, ma qualche volta il silenzio rimane un sogno più prosaico suscitato dal vicino che pianta un chiodo alle due di una domenica pomeriggio, dai lavori in corso per strada, o dall'idiota di turno che sgasa al semaforo. Per cercare di rimanere lontani sia dall'idillio della poesia aulica che dal grezzume di bassa lega del quotidiano, spostiamoci dalla brumosa piana dove scorre placido ll padre del reumatico popolo padano un po' più verso il mare e valichiamo il confine italo-francese arrancando tranquilli su un trenino, piccolo, composto da due vagoni diesel che viaggia alternando una galleria a un paesello la cui stazione si perde tra i sassi e gli alberi della montagna.

All'arrivo ci aspetta una grossa città francese, incastrata tra le colline e il mare, destinata suo malgrado a sopportare frotte di turisti italiani attratti dall'esotismo del posto a due passi dal patrio confine che vi si recano per fare shopping tra le bottegucce della città vecchia e passeggiare inviando SMS a braccetto per il lungo mare. Così noi, solo ulteriore apporto di turismo dal belpaese, vi approdiamo sotto un cielo cupo e piovoso alla ricerca materiale di un albergo e psicologica di una nicchia dove recuperare una pausa dal mondo, dove plasmare l'affetto e approfondire una relazione di amicizia che sia più forte e più intima di prima.

La grande città ci accoglie malvonlentieri con transenne, lavori in corso e pioggia battente, ma noncuranti dribbliamo i clochard che vengono a svernare qui dalle più climaticamente ostili città del nord, localiziamo un accogliente alberguccio e iniziamo a gironzolare per la città, che poco a poco ci accetta e decide di sostituire la pioggia con qualche sparuto e modesto raggio di sole ottobrino sufficente però ad asciugare un pezzetto di lungomare su cui ci accomodiamo abbracciati sperando di essere, almeno insieme, abbastanza belli da meritarci il bacio del sole.

Pultroppo non funziona, e per il resto della giornata ci dobbiamo accontantare delle nuvole ma almeno ci abbiamo provato. Ci resta quindi solo da tuffarci per i vicoli che salgono e scendono arrotolandosi come un labirinto nel centro della città vecchia tra colorati negozietti che vendono profumate stoffe e candele ricamate, tra bancarelle di dolci e ristoranti per turisti mentre la giornata sprofonda verso la sera regalandoci carezze di ombre morbide prima del buio che sopraggiunge con la musica di un pianoforte messo nel mezzo di una piazza a raccoglier monetine regalando in cambio musica e felicità.

Sorvolando sui dettagli della notte la mattina dopo non ci alziamo che poco prima di sentire la cannonata del castello, sparata tutti i giorni alla mezza seguendo una antica tradizione di avvistamenti pirateschi e ottimo augurio per un'altra giornata nella nostra nicchia alla ricerca di una brasserie per fare colazione e di un angolo di spiaggia per rilassarci con un surreale spettacolo di ballo cinese tra dragoni e gheishe e abilissimi pattinatori che sfrecciano tra bicchierini facendo mostra di grande abilità.

Basta accennare a un po' di shopping pomeridiano per trovarci di corsa sulla strada della stazione e poco dopo seduti sudati, non solo per la corsa ma anche per un riscaldamento più adatto alla transiberiana che alla nizza-cuneo, a caracollare per gli stessi binari che ci hanno strappato alle vite di tutti i giorni solo ieri, oggi sulla via del ritorno preludio di una bella conclusione verso casa per questo fine settimana intenso e faticoso, dove tra una carezza un abbraccio e un bacio da scandalizzare le vecchiette forse ti è spuntato anche un sorriso, forse il mondo ti sembra un po' meno cupo, forse abbiamo imparato insieme che la sfortuna è solo un caso della vita in cui trovare forza.