Un luogo

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Un turbinio di volti nella mia testa, facce, sguardi, movimenti, parole, mi assale dopo il weekend, mi strattona, mi riempie. Certi luoghi possiedono la magia di creare relazioni speciali tra le persone facendole ridere e mettere in gioco. Qualcuno dice che in questi posti l'individuo riesce ad esprimere un lato di se che normalmente non c'è, credo piuttosto che in questi posti, dove la società viene destrutturata per essere ristrutturata in modo diverso, dove le relazioni esistono in orizzontale in ogni direzione invece che divise fra verticale e orizzontale, l'individuo riesce a rielaborarsi secondo prospettive diverse da quelle quotidiane.

Che paroloni per tentare una difficile definizione di qualcosa che è fatto di intrecciarsi di relazioni, di amori sbocciati e finiti, di discussioni furibonde che appassionano animi, di idee folli che cercano realizzazione, di sole goduto sull'erba, di freddo patito avvolti in maglioni spessi e colorati, di sonno perso per un'ultima risata, di pranzi rumorosi, di faticose salite verso lo spazzolino da denti. Un posto che non è un luogo ma un insieme di persone che vivono amano e partecipano tutte insieme, dove la tranquilla e maestosa presenza delle montagne fa da scenario a una architettura ideale che risuona di passi e voci anche quando è vuota nel mezzo dell'inverno.

Un luogo che trasuda umanità nelle sue battaglie, nei suoi limiti, nei suoi desideri e utopie, dove sempre meno si parla di un Dio che sfugge sempre più all'Uomo, dove ciascuno di noi lascia un pezzo di cuore e un pezzo di casa, come un rifugio dal mondo che non dovremmo mai smettere di cercare di portare indietro con noi nel mondo.

Agape.