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Questo sarà il nostro ultimo giorno all'Isola di Pasqua,

almeno per questo viaggio, e sarà dedicato a tornare a visitare i luoghi più significativi e fascinosi di quest'isola a cui abbiamo dedicato troppo poco tempo negli scorsi giorni. Non crediate però che in tre giorni noi si sia già visitata l'intera isola: il grosso non è infatti raggiungibile con nessun mezzo se non a dorso di cavallo e siamo così costretti a rimandarlo alla prossima volta.

Per muoverci in autonomia noleggiamo un motorino, standard sudamericano, al nostro campeggio e scopriamo che oggi il Chile è passatto all'ora solare... siamo ufficialmente, per l'ennesima volta dall'inizio del viaggio, in primavera ed è quindi il caso di spostare avanti di un'ora i nostri orologi!

Ahu Tongariki con i suoi affascinanti quindici testoni in fila è la meta naturale, se non la prima per via di alcuni altri testoni che meritano una nostra sosta lungo la strada, per trascorrere un po' di tempo senza essere pressati da una stupida guida annoiata che bada solo all'orologio. Senza le orde di turisti scaricati d ai pulmini delle agenzie, questo sito resta il più affascinante dell'isola. Seduti davanti alla enorme piattaforma, all'ombra dei testoni sembra irreale osservare un piccolo gruppo di cavalli selvatici giocare a una trentina di metri con in sottofondo il rumore dell'oceano poco oltre alla piattaforma.

Il posto è monumentale. I quindici si stagliano maestosi di fronte a un oceano pacifico di un blu incontaminato e magnifico, spumeggiante di bianco sugli scogli rossastri, sul lato il cono del vulcano con le sue scarpate a precipizio e intorno il branco di cavalli liberi che corrono, giocano allegri e spensierati. Come brevi ondate, i turisti passano (di rado) in gruppo giusto il tempo di fare qualche foto e di perdersi del tutto la magia del luogo.

Restiamo qui abbastanza tempo per farci entrare nel cuore un po' di questa magia, fino a che non abbiamo imparato tutti i dettagli dei nostri quindici amici: nasi scheggiati, mani mancanti e uccellini che hanno fatto il nido sulla loro testa, poi è ora di proseguire per gli affascinanti paesaggi brulli e spazzati dal vento di quest'isola, attaversandola fino sull'altra costa lungo una strada a tratti sterrata, sicuri di trovare un mohai rovesciato a ogni sosta.

Non può mancare una sosta ristoratrice sulla spiaggia più bella dell'isola, piccolina e frequentata dai locali, dove l'acqua fredda di un braccio di oceano pacifico non protetto per la mancanza della barriera corallina può essere balneabile, benché fuori stagione, dai più coraggiosi.

Peccato che a sera ci aspetti il nostro volo LAN Rapa Nui - Tahiti, il nostro rientro in Polinesia Francese, verso Pape'ete e le isole Marchesi, ideale chiusura di questo cerchio "preistorico" tra i diversi punti chiave della Polinesia.

Dopo il lungo volo, cinque ore di fuso orario, siamo pronti per fare le nanne nella, ormai solita, pensione Chez Myrna, Pape'ete, Tahiti, Polinesia Francese, dove ci accoglie l'ormai noto clima caldo e piacevole dopo questi giorni al freddo di fine inverno dell'Isola di Pasqua.

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