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Ci svegliamo dopo un buon sonno ristoratore con la piacevole

sorpresa di sc oprire che la colazione è inclusa nel campeggio, cosa rara. Baguettes marmellata e burro, sembra proprio di essere in Francia.

Il programma di oggi è una gita assieme alle altre due coppie ospiti della pensione: due francesi sui 25 anni, che ritroveremo sull'Isola di Pasqua, e una coppia di 50-60 anni spagnola di Madrid, due soggetti buffi e simpatici, che hannno già girato le isole Cook trovandole più economiche e, forse, un po' più preservate culturalmente.

La gita ci porta su un barchino in legno piccoletto: lui guida e lei, una specie di super Buddha fasciata da degli shorts ultra aderenti, ci scruta seduta con noi. Osservo con curiosità l'enorme maglietta "5 champioship de peche d'haute mer des iles". Ci descrive il programma della giornata, poi ci lascia per preparare il pranzo tipico che gusteremo a metà giornata.

Prima sosta: Ille de l'Eden Tristissima colonia di una qualche strana setta para-religiosa che si fa passare per un gruppo cristiano estremista, e i pamphlet sulla chiesa del nuovo testamento indubbiamente sono un po', come dire, particolari. Encomiabile il loro duro impegno nel rendere fertile questa terra ostile e difficile: coltivano un vero e proprio orto completo di gelsi e pomodori, ma l'aria che si respira tra le baracche mezze deserte è piuttosto mogia e non si addice al nome altisonante del posto. Qualche bambinetto con la faccia arcigna di scruta da dietro le palme mentre Jacob, un cinese, ci mostra i frutti del loro lavoro illustrandoci la difficoltà di coltivare sul terreno corallino tenendo a bada i cocotier con le loro radici assetate e devastanti.

Seconda sosta: l'isola degli uccelli. Una specie di piccola Galapagos in miniatura. Per qualche strana ragione qui vive una grossa colonia di Sule e altri uccelli marini. Gli albero grandi e contorti pullulano di nidi, pulcini e uccelli, il suolo di enormi granchi da cocco. Gli uccelli si godono la brezza veleggiando sopra le cime degli alberi.

Terza sosta: pranzo tipico al motu, dove abbiamo lasciato Buddha, che si è trasformata in una eccellente cuoca preparandoci il poisson cru con cetriolini cipolla e limone, delizioso, "uru" (albero del pane) bollito che sembra una specie di patata morbida, sei squisiti pesciolini appena pescati e scottati sulla brace di legno di palma, riso in bianco e dell'ottimo pollo ruspante alla brace. In chiusura come dolce, frittelle di cocco da sbafarci prima che diventino dure raffreddandosi.

Ci godiamo il resto della giornata sonnecchiando nel paradisiaco boschetto di palme al fresco del venticello, facendo snorkeling nella cristallina acqua di fronte al motu in mezzo al corallo e ai pesci multicolore, e passeggiando sul retro fino verso la barriera corallina per osservare l'oceano e ammirare le meraviglie di mille colori della sabbia mista vulcanica e corallina. Il paesaggio è così marziano, fascinoso, col sole a picco e il rombo delle onde oceaniche.

Peccato che l'ora del rientro arrivi così presto! ";}}s:5:"title";a:2:{s:5:"title";s:11:"Tikehau (2)";s:8:"subtitle";s:7:"in gita";}}