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Disfiamo celermente la tenda per arrivare in aeroporto

con il solito dovuto anticipo (spesso, infatti, i voli partono prima del previsto) e decolliamo in direzione di Huahine, 10 minuti di volo in tutto, prossima bella isola del nostro complicato itinerario.

Il volo è rapido e suscita parecchi sorrisi nei passeggeri, per la sua breve durata. L'atterraggio a Huahine è indolore sulla solita pista abbastanza corta e, una volta in aeroporto, scopriamo che Chez Henriette, la nostra pensione, si è dimenticata di venirci a prendere all'aeroporto. Chiamiamo, allora, ed è la terza volta nel giro di pochi giorni che si dimenticano del nostro arrivo! Continuerà così a lungo? Alla fine si presenta un buffo tizio massiccio di nome Gaston dotato di manone grosse e tozze, piedi in proporzione, gira sempre scalzo e così altrettanto scalzo guida, e un bello sguardo in pace con il mondo. Ci fa fare un giro turistico del paesello di Fare, la capitale dell'isola, raccontandoci di essere uno dei pirogatori della famosissima gara (!) annuale con cui, su piroghe a sei posti in vetroresina modernisime, gli indigeni vogano da Huahine fino a Bora Bora, in circa tre ore, culmine della vita cultur ale e delle tradizioni locali.

Noleggiamo uno scooter alla Europcar e iniziamo a girare allegri l'isola: la giornata è piacevole, il tempo buono, ci sono le solite marae da visitare rapidamente per poi raggiungere la prima spiaggia carina dell'isola, localizzata sulla punta nord-orientale, dove sorgono i resti dell'oggi abbandonato Sofitel Huahine, gran resort di lusso ai tempi che furono. Aggirando i divieti possiamo passeggiare tra i bungalow sull'acqua, la piscina a filo mare e la grande hall del ristorante, tutti i fasti dei resort da 700 euro a notte svaniscono in una melanconia di tetti attraverso cui passa la luce del cielo e in pavimentazioni che ormai hanno ceduto agli infiniti buchi del granchi e alla generale incuria del tempo.

Ci fermiamo sulla spiaggia del Sofitel, dove scopro che le scottature sui miei piedi, residuo di una passeggiata a Maupiti protetta solo da "poca" crema fattore 30, hanno assunto un inquietante colorino violaceo. Anche se non fanno male, almeno per oggi è meglio non spogliarmi, limitando così l'esposizione al sole. Peccato, però, così mi devo accontentare di guardare, all'ombra, la bella spiaggia: il leggero venticello impedisce di sentire caldo e il rombo dell'oceano non molto distante, oltre la barriera corallina, basterebbe a mantere il fascino del luogo se non fossero già sufficenti i colori del cielo, dell'acqua e della sabbia.

Ripartiamo, in direzione sud, e Huahine continua a scorrere intorno al nostro motorino attra verso una costa orientale verde che contrasta con il blu della laguna. Lungo la via, una sosta veloce per visitare una coltivazione di perle gestita da un inglese che fa pure vasi e non si capisce bene, sinceramente, in cosa sia più bravo. Ci rendiamo conto che le perle non ci fanno impazzire, al di là del prezzo, ma è interessante la spiegazione sul "come" si coltivano, ma ci sarà miglior occasione per i dettagli in futuro, per cui non è il caso di scendere il maggiori dettagli.

La strada ci porta attraverso Huahine Iti, la metà piccola dell'isola dove troviamo la spiaggia più bella dell'isola, ma prima di arrivarci facciamo ancora una sosta lungo la strada, in una insenatura di un torrentello d'acqua dolce dove vive una piccola comunità di anguille lunghe un paio di metri, dai chiari occhi azzurri. La giornata continua bellissima, ventosa e soleggiata, mentre attraversiamo boschi e meravigliosi panorami costieri fatti di palme, sole, laguna e montagna, tutto insieme, in armonia. La spiaggia chiude l'isola sulla estremità meridionale ed è la migliore che Huahine abbia da offrire ai suoi turisti. E' la spiaggia di sabbia chiara e palme del super resort di lusso "Relais Mohana", bungalow a partire da circa 2000 euro a notte, accessibile a tutti come sempre in Polinesia, così è l'occasione buona per fare snorkeling tra i pesci tropicali multicolore e un simpatico "polpo" che spunta da una roccia con i suoi lunghi e cicci tentacoli mentre ci guarda con gli occhi spiritati. Stai tranquillo, mi allontano... Una raga zza scende la scaletta del suo bungalow sull'acqua e si tuffa, direttamente, nel pomeriggio che si avvicina alla sera.

Chiudiamo il cerchio, non solo metaforico, dell'isola con una visita al supermercato di Fare, per una cenetta seduti sul bordo del lungo mare, davanti a uno splendido tramonto arancione mentre il sole, quasi puntuale alle 17.55, sprofonda nel mare oltre la barriera corallina.

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