Da Luarca a Aguillar Del Campoo

Asturie e Castilla Leon

Sveglia a Luarca, il piccolo paesino di pescatori scarsamente turistico dove abbiamo pernottato morendo di freddo e invidiando il pile della graziosa signora che ci ospita. La salutiamo lasciando la Pension Moderna, inseguiti dai suoi auguri di rivederci presto e, lasciati i bagagli in auto, facciamo il giro della grande spiaggia poco distante resa immensa dalla marea sempre bassa. Incastrata in una conca dalle ripide pareti intorno, è tutta colorata da una schiera di micro cabine grosse come quelle del telefono che ormai quasi non si vedono più nelle nostre città. Tutte in legno, qualcuna con il tetto di lamiera, verdi, blu, gialle e multicolori, chiuse da grossi lucchetti per l'inverno e un paio ribaltate dal forte vento ci mostrano giocattoli, oggetti da spiaggia, dei proprietari.

Il tempo, come i giorni scorsi, è variabile con le nuvole veloci sospinte dal vento e il sole che si da il cambio con la pioggia più volte. Noi proseguiamo ancora lungo la costa quasi magnetizzati dalla sua bellezza, incapaci di abbandonarla. Facciamo ancora una discesa verso una spiaggetta selvaggia immersa nel bosco più in basso ma l'eccessivo fango ci costringe a rinunciare. Infine, un'ultima sosta marina presso il villaggino poco distante con i piccoli pescherecci nel porto protetto da altissime massicciate e la gente che passeggia tranquillamente nel sabato mattina.

Il nostro viaggio ora deve prendere una svolta, dobbiamo iniziare il ripiegamento verso i Paesi Baschi, ma questa volta attraversando l'interno, abbandonando la costa, puntiamo verso Oviedo che è solo di passaggio dall'autostrada o meglio lo sarebbe se non fossimo costretti ad attraversarla per colpa di Gipsy che da queste parti non conosce un sacco di strade aggiornate. Lasciamo una buona volta le autostrade per proseguire verso i Picos d'Europa, nevosa catena che staglia da distante per la neve che li ricopre, principale catena montuosa della costa nord della Spagna.

La prima sosta è a Cangas de Onis, a vedere li suo bello e arcquato ponte romano perfettamente conservato fino a noi. Il paese molto turistico conta anche una cappella romanica ricostruita e un dolmen, oltre a un sacco di negozietti turistici e casone moderne, tuttavia graziose. Continuiamo a salire poi verso Covadonga con il suo enorme santuario maestoso e moderno ma costruito con gusto classico, evitiamo di fare la coda per visitare il santuario storico nella grotta perchè in questo momento il tempo ha veramente deciso di scaricarci in testa secchiate d'acqua.

Senza scoraggiarci, ormai iniziamo a conoscere il clima da queste parti, proseguiamo a salire lungo la strettissima stradina di montagna che ci porta in pieno panorama alpino sulla riva di due laghetti cristallini con una splendida vista sui picchi piu' alti e innevati della catena. Il massiccio vento, che quasi porta via, rende più avventurosa la salita di qualche scalino di pietra fino al belvedere, dove godiamo di splendidi panorami tra i raggi di sole involontari e i nuvoloni neri. A soli 15km l'oceano, dall'altra parte neve e rocce. Salutiamo con una risata un uccellone nero strappato dal vento e scaraventato cento metri più in là, nella direzione opposta a quella verso cui si dirigeva.

La giornata inizia a volgere a termine, ma i nostri chilometri non sono finiti quindi ci rimettiamo in marcia tornando giù per percorrere lo stretto vallone (un canyon praticamente) che costegga i Picos d'Europa a occidente, lungo una stradina piacevole e affascinante punteggiata da cascate e ponticelli fino a scollinare il passo da 1280 metri e poi oltre ancora fino ai 1350, attraversando alcune delle piccole localita' sciistiche locali e addirittura fino a toccare la neve fresca appena caduta. Siamo passati in poche ore dall'estate della Scozia all'inverno della Svizzera.

La nostra meta della giornata, Aguilar Del Campoo (con due “o”) ci aspetta nella Castiglia Leon con i suoi vasti altopiani immersa, ai piedi di una grande diga, nella piatta vastità leggermente desertica. Arriviamo a sera tarda, ma non per gli standard spagnoli, e troviamo l'ultima stanza disponibile nell'unico hotel aperto, proprio nella centrale piazza medioevale, ceniamo in un tranquillo ristorantino locale, per una cifra piuttosto irrisoria e appuriamo che nemmeno qui c'è molta “movida”. Complice, forse, il tempo umido e freddo.