(Parigi) In treno (1)

Andata,Trenitalia

Il viaggio in treno ha un fascino del tutto particolare. Chi non lo ha mai provato recandosi in stazione, nel mezzo del caos dei passeggeri alla ricerca del proprio binario tra carrelli elettrici che strombazzano per farsi largo, loschi figuri oggi spesso di colore che occhieggiano il passaggio con le mani in tasca appoggiati a un chiosco, flussi di giapponesi con le valigie al traino, tedeschi in sandali con enormi zainoni sulle spalle, brusio di fondo ad alto volume intervallato dagli annunci eterei delle voci sintetizzate “il, treno, regionaleper, sesto-san-giovanni, partirà dal binario, cinque, anzichè dal binario, nove”. Intanto, poco a poco, i flussi dei viaggiatori trovano le loro destinazioni mentre nuovi spaesati prendono il loro posto, e i marciapiedi intorno vengono assaltati da valige e valigioni, famiglie che spingono sui predellini figli mentre trascinano i bagagli, controllori che osservano il carnaio mano a mano che i vagoni si riempiono e la gente prende posto, trova il suo scompartimento, discute per la suddivisione delle cuccette o fa a botte per una prenotazione confusa

Così il treno notturno (anche detto euronight) di Trenitalia per Paris Percy prende vita da Milano risvegliandosi come un lungo serpentone nella sua lunga marcia verso la sua destinazione. Mentre la stazione inizia a rotolare all'indietro fuori del finestrino l'allegria prende il sopravvento e ci sistemiamo con efficenza nel piccolo scompartimento, quattro posti, assieme a una simpatica coppia di coreani, mezzi italianizzati e mezzi no. Lo scompartimento è pulito, grazioso, la porta mostra due vigorosi e sostenuti chiavistelli che incutono un minimo di timore per la loro stessa essitenza, ma al tempo stesso rincuorano per la sensazione di sicurezza che infondono. Presto l'aria si riempie di parole coreane e italiane, suoni strani e familiari.

Il controllore, paffutello giovane molto lombardo nell'accento, ritira i biglietti prodigo di tutte le raccomandazioni del caso: chiudete bene la porta, fissate i chiavistelli, siate prudenti e buona notte a tout-le-monde. Cala il sipario della sera, con la svizzera fuori che scorre nel buio, noi sballottati con gentilezza nelle cuccette, l'oocasionale bottiglietta d'acqua che rotola in testa e il rumore ipnotico del treno. Non si dorme, propriamente, ma si sonnecchia profondamente approfittando delle soste in stazione per prendere sonno e degli scossoni più violenti per perderlo in un andirivieni di veglia e nanna, nanna e veglia.

Alle cinque, la sorpresa, lo sgomento, la rabbia: i nostri due compagni di viaggio sono stati “alleggeriti” con somma perizia da un ladruncolo evidentemente esperto e pratico: la borsetta di lei (appoggiata su una cucetta vuota, oh l'imprudenza) è svanita con soldi, documenti e chiavi. Il controllore è