Tre uomini e un bebé

Protagonista: Efren.Comparse: Stefano, Zio Armando, Zia Wilma.

Setting: quell'area urbana troppo cresciuta disseminata di complessi residenziali a villetta immersi nel verde ormai grigio dell'autunno talmente inoltrato da essere quasi inverno. Quell'area urbana, dicevo, localizzata subito a nord di Atlanta, quasi al confine tra Marietta e Rosewell lungo l'omonima strada a cavallo tra un long-stay hotel e un apartment a schiera appena affittato. L'apartment, ancora abbastanza spoglio ma già avviato a raggiungere la forma di casa abitata, è la nuova casa di Efren che con suo padre e sua madre ha deciso di stabilirsi in zona.

Intervallo temporale: l'assenza di una madre, due giorni e mezzo di libertà ricavati in un weekend appena tornata a casa.

I personaggi: Stefano è il padre, un uomo di origini italiane sulle cui rughe ai lati degli occhi si può leggere un'esperienza di vita americana sedimentata in luoghi ben peggiori di questo. Nei gesti amorevoli e delicati si può ritrovare quella cura verso il figliolo, e la certezza di essere in grado di fare altrettanto bene della madre, assente.

Zio Armando è uno di quegli zii di nome ma non di fatto, assunto al ruolo con amorevole volontà e delicato impegno, dedicando anima e corpo a Efren almeno per qualche ora. Sapendo poi di poter tornare a casa, dopo. Pappe, lettini e cullare non lo spaventano più, ormai.

Zia Wilma, personaggio un po' ambiguo che ha acquisito il titolo di diritto per aver frequentato papà Stefano prima ancora che Efren. A quest'ultimo si avvicina con cautela e perplitudine dovuta a una scarsa propensione paterna, ma cionondimeno volenteroso e attento.

Efren, protagonista e attore magistrale, star se non del cinema perlomeno delle macchine fotografiche dei due zii, navigato esperto della poppata e dei panonlini, gattonante aspirante trotterellone ma già grande sciupafemmine. Perno attorno a cui ruota il mondo di papà nel weekend e soggetto delle attenzioni forse inesperte ma sicuramente imbarazzate degli zii acquisiti.

Le situazioni:

Giro in ufficio - Sabato mattina, andiamo a vedere dove lavora papà, approfittiamone anche per, baciati da un raggio di sole che ci rende ancora più belli di quello che siamo, gattonare in lungo e in largo nell'open-space ancora tutto vuoto.

Pomeriggio in braccio - Mettiamo a dura prova la resistenza dello zio Armando facendogli montare un lettino per bebè che richiede una laurea in ingegneria meccanica, e poi facciamoci cullare in braccio fino alla nanna, non senza aver condiviso qualche biscottino.

Risveglio drammatico per pappa - perchè qualche volta le idee di mamma, trasmesse per telefono al papà, non sono così apprezzate: come quando si dorme della grossa e qualcuno decide di svegliarti per la pappa serale. Poi, magari, pretende pure che ci si rimetta a dormire buoni buoni senza protestare nemmeno un po'. Eh, no!

Passeggio al parco - portiamo gli zii a prendere un po' d'aria. Che smettano di passare ore al computer e invece facciano due passi al sole (se pur tramontante e invernale). Inoltre, ci si può crogiolare al centro dell'attenzione di due sedicenti esperti fotografi che scattano, scattano... saranno mica maniaci? Mah, si dicono zii...

Cappuccino da Starbucks - per chiudere in bellezza un sabato pomeriggio, che cìè di meglio di bere un po' di caffè da Starbucks? Zia Wilma, che non ne beve, opta per un Vanilla Beans.

Cena da Folks - giusto per baccagliarsi un paio di cameriere: farsi portare un po' in braccio di qua e di la e poi giocare a far chinare mille volte zia Wilma per raccogliermi il mio giochino da terra. Ah, buono il condimento del pollo, decisamente meno appetibile la purea, non sa di nulla senza pepe.

Ciao, alla prossima! Efren.