Impressioni di un ritorno

a Marietta

Atlanta! Con la sua distesa di strade a sei e otto corsie, gli incroci enormi e il traffico delle ore di punta il ritorno in Georgia è stato un flash-back inatteso. Se solo sei mesi fa mi avessero detto che sarei tornato dove solo un anno fa ho vissuto, non ci avrei creduto.

L'impressione, il primo impatto: squallore. La distesa d'asfalto delle strade enormi, l'anonimità dei locali in franchising e delle grandi catene di tutto (ristoranti, fast-food, benzinai, negozi), la fretta e l'indifferenza di una vita centrata sull'automobile in una città a sua dimensione e immagine non mi fa più, oggi, desiderare di non rientrare in Italia.

La 41, solito serpentone tra le quattro e le otto corsie, ipotetico viaggio da Miami al confine con il Canada, ininterrotta via pulsante del traffico locale. L'incrocio con la Windy Hill, il traffico perennemente bloccato su sei corsie di uno degli incroci più lenti che abbia mai visto. Il cielo blu e il caldo pesante di metà giornata per nulla mitigato dalla stagione, ormai più autunnale che estiva. Wall-Mart con la sua orgia di prodotti scadenti e economici, il Craker Barrel con i suoi piatti a base di pollo fritto, le bistecche di Outback, lo shopping del sabato. Vecchie abitudini, sapori consolidati e calorie garantite.

Solo, questa volta, ciò che l'anno scorso era solo un sogno quest'anno mi trasforma in un animo irrequieto e fuori posto, mi spinge a rientrare al più presto, tornare a dare un senso all'essere, a dare un oggetto all'amore.