Seattle (1)

Questa mattina abbiamo lasciato il nostro nuovo amico Bruce, dopo che con l'attenzione di una mamma ci ha preparato una abbondante cucina a base di waffel (cialda a base di uovo latte e farina) con sciroppo d'acero e bacon croccante.

Ancora una giornata sulle freeway americane, oggi la I-90 da Spokane a Seattle, ultima tappa finale del nostro lungo viaggio, le ultime 280 miglia (470km circa) di strada che ci hanno portato verso l'oceano, nella città di Kurt Cobain e Jimmy Hendrix, nella città della Microsoft, di Starbucs, della Boeing e di Amazon.com.

Una veloce corsa attraverso le distese di coltivazioni e deserto della parte orienrtale dello stato di Washington, tra le spire del fiume Columbia e la catena montuosa delle Cascades che separano la costa piovosa e umida dall'interno secco e caldo.

Sulla strada, a poche miglia da Seattle, abbiamo fatto una sosta nel Paradiso dello Shopping, l'outlet mall più grosso che abbia mai visto, al cui confronto anche i mall e gli outlet di Atlanta sembrano delle bottegucce di seconda scelta: l'Outlet Factory a North Bend, il posto ideale dove esaurire il poco spazio ancora rimanente nelle valige e raggiungere il limite di spesa della carta di credito prima di partire per tornare a casa scialaquando il vestiti e scarpe a prezzi che nella cara vecchia Italia non ci si compra nemmeno un calzino.

A Seattle ci aspetta Mark, il mio amico che lavora per Microsoft e che ci ha messo due anni e mezzo a trovare il tempo necessario per cercare una casa in cui traslocherà... domani. Nel frattempo, come soluzione temporanea, ha vissuto in un appartamentino microscopico in un angolo discretamente malfamato della città, che ha riempito all'inverosimile di apparecchi elettronici dei più incredibili, da semplici computer a un robottino dalla forma di una pizza che spolvera il pavimento automaticamente e si ricarica pure le batterie quando serve, tutto da solo.

Nel frattempo Mark continua a impacchettare tutta la sua roba, mentre il televisivo Edo si guarda Amadeus (in DVD) e io scrivo queste righe. Questo pomeriggio siamo andati un po' in giro per downtown Seattle, per l'ormai stranoto Pike Place Market, i moli lungo mare, e le strade li intorno, la sera una cena in un ristorante di Broadway e poi due passi su e giu, tra negozi più o meno imbarazzanti (dal sadomaso all'edicola di giornali) e annunci originali tipo "Fermate lo spargimento di sangue subito! basta mestruazioni!" (stop the bloodshed now! end mestruations).

Abbiamo anche fatto dei programmi di massima per i prossimi giorni, e per la prima volta dalla fine di luglio abbiamo una idea più o meno concreta di quello che faremo dopodomani, significa proprio che questo viaggio è quasi alla fine.