La partenza

Inizia il viaggio, con un lungo volo

Sono un pò assonnato per la levataccia: 4.00 per poter arrivare in tempo al check-in di Caselle. Ora prevista del mio arrivo finale, riportata all'ora di Torino: 3.00, insomma ventiquattr'ore più il viaggio fino a casa di Bonnie. Cercherò di dormire in aereo per quanto sarà possibile. La partenza ora mi sembra un pò meno una partenza al buio sapendo che c'è anche Daniela, definita come molto simpatica da mia madrina. Secondo viaggio per conto mio all'estero, primo viaggio intercontinentale: un ottimo premio per aver finito bene l'università, un meritato stacco dalla vita quotidiana, sarà una arricchente esperienza comunque finisca.

Decollati, ci stiamo lasciando dietro la solita asfissiante cappa padana, quassù il sole è già alto e tra poco batterà sulla mia finestra, a casa. Ma oggi non mi sveglierà, l'ho battuto sul tempo. Prima colazione tipicamente francese se non nella sostanza almeno nei modi: croissant servito da un cesto stile baguette sotto l'ascella. Le alpi sono state un bello spettacolo benchè il monte Bianco fosse visibile dall'altro lato dell'aereo, uffa.

L'aereoporto Charles De Gaulle è un aereoporto grande, l'impressione è di casino, traffico di mezzi e persone. Il check-in della American Airlines è stato buffo con una signora di colore che mi ha rivolto un tot di domande a cui avrei potuto tranquillamente mentire tipo chi ha pagato il mio biglietto aereo o chi mi ha regalato la macchina fotografica nuova. Passare le pellicole fuori dalla macchina a raggi X sembra di nuovo impossibile, vedremo a Dallas, mio prossimo scalo. Ora sono di nuovo in attesa ad un gate (v.45 gare 2A), ci sono ancora parecchi italiani con me.

Aereo: Boeing 767-300. Bella bestiola di aereo, dotata di sedili comodi ma non di tanto spazio come pensavo. Si sta riempiendo completamente. Volo. Sono passate ormai più di cinque ore: il viaggio è davvero lungo. Il signore di fianco a me è un simpatico messicano, un ingegnere di mezza età con cui ho parlato un pò di cibo, di europa e della fortuna (mia) di essere nato dalla parte occidentale del mondo. Verso l'una (ora di Parigi) ci hanno servito il pranzo dandoci un vassoio con un piatto caldo, pollo con verdure pessime, un piatto di insalata verde e una micro fetta di torta però buona. Hanno proiettato un film con Richard Gere, Chicago, e ora restano ancora quattro ore abbondanti. Spero che ci servano ancora un altro pasto per cena...

Dieci ore di volo significa decollare alle 11 e atterrare alle 21, forse così si rende maggiormente il senso del tempo. Spero che le operazioni doganali non siano troppo lunghe perchè non voglio correre il rischio di perdere l'altro aereo! Credo però che tutto sia calcolato altrimenti l'Americal Airlines non mi avrebbe già dato la carta d'imbarco per l'ultimo volo: Dallas Fort Worth, Seattle-Tacoma. Sono in apprensione per tutto ciò che sarà ma ansioso di finire il volo, conoscere Bonnie e iniziare il "viaggio" vero e proprio. Il rombo continuo e sordo dei motori all'inizio è diventato una abitudine ma ora inizia quasi ad essere fastidioso, non vedo l'ora che si azzittisca per riaccendersi l'ultima volta almeno per i prossimi venti giorni.

Questo volo è davvero lungo, sono passate ancora un tot di ore ma ancora non si vede la fine. Dopo aver sorvolato icebergs e una strana terra fatta di roccia e laghi (o forse ghiaccio) ora siamo di nuovo sotto le nuvole. La cosa più folle è che per quanto le ore passino il sole sembra sempre restare uguale nel sielo come se il tempo in realtà non stesse passando. Le nuvole sono splendide; questo è un viaggio fatto di nuvole, sembra che ci sia un incontro di nuvole intorno a noi. Ora sono un soffice perfetto manto lontane in basso, ora sono un mare che quasi circonda l'aereo, spesso i cirri sembrano così vicini da essere a pochi metri dall'aereo. Che stanchezza. Ora sono sull'ultimo volo, un Boeing 757 e stanno proiettando Star Trek Nemesis, voglio dormire tutto il viaggio. L'aereoporto di Dallas è davvero notevole e per fortuna le operazioni doganali sono passate in fretta senza intoppi.

Sono le 16.30 (secondo l'ora di Parigi sono le 23.00) e ho ancora quattro ore di volo davanti. Forse questa lunga giornata sta per imboccare l'ultima tappa. In un ora o meno sarò al sea-tac e solo un paio d'ore di guida mi separeranno dalla mia destinazione e dal decisamente meritato sonno. Su quest'ultimo aereo non c'è stato verso di prendere sonno, per cui ho preso un te che magari mi sveglia un pò.